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NUDM La Spezia interviene sull'emergenza Covid in provincia

"Va tutto bene, è tutto sotto controllo" affermava Toti, governatore della Liguria, ed in coro tutti i sindaci della sua coalizione: "non siamo in emergenza".
La realtà però smentisce l'ottimismo ridanciano di Toti e compagnia: ad oggi, molte delle prestazioni per visite specialistiche e diagnostiche di Marzo e Aprile risultano, nella maggior parte, inevase, mentre prenotarne di nuove è di fatto impossibile. Il sistema della sanità pubblica si ritrova senza primari, medici, infermieri e i medici di base sono, ancora, mandati allo sbaraglio, grazie alla gestione inerte, pasticciata, indifferente alla vita delle persone, di un gruppo di alti dirigenti nominati da Toti.

Abbiamo assistito con un misto di stupore e preoccupazione alla folle corsa alle "aperture" decisa dalla Regione: dalle improbabili passeggiate a dorso di cavallo, del primo periodo post lockdown, al permettere TUTTO: movida, vacanzieri che scorrazzano per le Cinque Terre, assembramenti incontrollati. È accaduto così che di fronte all'aumento di contagiati, di fronte ai timori dei medici, l'unica risposta anti-covid risulta ipocrita e razzista: si rende Zona Rossa il Quartiere Umbertino, una situazione paradossale, per cui il covid sembra quasi poter riconoscere strade e quartieri, centro storico e periferia.

La scelta non è casuale, è il quartiere con più forte presenza della comunità dominicana, da anni abbandonato a una deriva securitaria e la pandemia diviene l'ennesimo strumento per militarizzare ulteriormente la zona e per creare l'immagine dell'untore extracomunitario.

Eppure lo stesso primario di Malattie Infettive dell'ospedale della Spezia, la Dott.ssa Artioli, dichiara che i focolai sono molteplici in città, e chi vive all'Umbertino ha dato una lezione di serietà: si è sottoposto volontariamente allo screening cercando di tutelare la comunità.

Quel senso della comunità e del bene comune che non dà né la Regione né il Comune: ogni manifestazione pubblica è vietata, che si svolga in luoghi pubblici o privati poco importa, tutto vietato, tranne le iniziative di campagna elettorale. Rientra nel mondo COVID-FREE anche il fortino della movida, poco distante dalla zona rossa disegnata. Questa decisione si inscrive nell'immagine di una città vetrina, finta, di cartapesta, tempio del consumo e del decoro.

Non siamo state e non staremo né zitte né ferme: abbiamo denunciato disservizi e bugie della amministrazione comunale e regionale. Abbiamo costruito una campagna di crowdfunding per sostenere la spesa della visita ginecologica per chi non poteva (e non può tuttora) affrontare le spese di una visita privata, mentre il Consultorio ASL risulta ancora chiuso al pubblico. Abbiamo partecipato come moltx altrx alla raccolta alimentare per le famiglie in difficoltà. Alla narrazione della Regione che vuole far credere questa non sia un'emergenza, che non abbiamo un ospedale che funziona a metà, che non abbiamo pochi medici, che il covid si diffonde solo nella comunità dominicana, opponiamo la realtà :le aree di contagio si espandono sui posti di lavoro, di rientro dalle vacanze, nelle zone della movida e sugli autobus.
Alla narrazione dell'amministrazione opponiamo anche la nostra volontà di non tacere soprattutto tessendo reti di sorellanza e solidarietà attiva.

 

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