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Un turismo post Covid più consapevole In evidenza

di Cecilia Castellini- Nelle 5 terre i numeri più contenuti possono permettere di alzare la qualità dell’offerta

Emanuele Moggia, sindaco di Monterosso, ha parlato questa mattina a RLV La Radio A Colori delle ripercussioni del Covid sul turismo locale, cogliendone il lato positivo soprattutto per quanto riguarda la fragilità del territorio.

Il calo fisiologico dato dalla pandemia globale potrebbe costituire un’occasione per garantire o quantomeno far godere di più al turista la bellezza delle nostre zone e lasciare alla ripartenza la voglia di tonare. Il troppo caos degli anni passati, più volte fonde di discussioni, può disorientare. Questa situazione può permettere una maggiore fidelizzazione del turista.

“Stiamo verificando progressivamente un assestamento su numeri che possono considerarsi specialmente sulla fase finale della settimana paragonabili a quelli degli scorsi anni. La differenza sta nell’avere molti meno stranieri, americani, asiatici. Stiamo recuperando tanto turismo italiano. Io credo che questo possa essere un buon banco di prova se vogliamo anche pensare di cambiare quello che è il paradigma dell’accoglienza turistica nelle 5 terre. Noi per tanti anni abbiamo sofferto e lamentato questa poca consapevolezza di turisti che arrivavano da ogni parte del mondo” ha esordito Moggia.

“Il nostro è un territorio molto fragile, può dare tantissimo anche dal punto di vista culturale, antropologico, sociale e storico però come ogni cosa bella in Liguria non si dona con facilità, va conquistato, bisogna entrarci in sintonia, in relazione. Questo implica anche un impegno di tempo e di sforzo. Le 5 terre sanno essere generose e sanno aprire orizzonti sterminati, però bisogna sapersele conquistare. Quest’anno si è pensato di dare un’offerta culturale maggiore. Ad esempio, “Monterosso un mare di libri” che è diventato un po' un salotto letterario della riviera con ospiti di rilievo come Rampini, Cacciari, Cottarelli. La cosa simpatica è anche abbiamo raggiunto un pacchetto di offerta culturale con ospiti di questo calibro senza che ricevano un compenso, diamo loro ovviamente vitto e alloggio. Evidentemente proprio la qualità della manifestazione ha portato a questo rapporto di collaborazione e di fiducia reciproca a dimostrazione anche che con l’arte e la cultura si può fare turismo”.

“Nel troppo caos non solo le persone rimangono disorientate ma è l’anima del luogo a scappare. Io sono convinto che ciascun luogo abbia una sua anima, una sua entità e nella confusione questa scappa e l’ospite non riesce a entrarci in sintonia.
Madre natura ora ci forza a dover fare i conti con un nuovo tipo di condizione, quindi cogliamola, per dimostrare che è possibile fare turismo anche in un'altra maniera, con dei numeri più ridotti, innalzando la qualità ma senza perdere il benessere” ha concluso il primo cittadino.

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