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"Una maggior sicurezza a vantaggio di tutta la comunità" In evidenza

La riflessione dell'OPI

Mancano meno di cento giorni all'inizio di Novembre: da qui ad allora avremo già avuta la riapertura delle scuole (prevista per il 14 settembre) e sarà in arrivo la annuale, periodica, influenza stagionale: su questi temi, l'Ordine degli Infermieri della Spezia vuole proporre alcune riflessioni, che dovrebbero essere considerate prima di allora.

In settembre, come ricordato, riprenderanno le attività scolastiche: questo è un punto di massimo interesse generale, sociale e familiare.

Come Ordine degli infermieri della Spezia, in prima linea per l'emergenza Covid con i nostri iscritti ''sul campo'' e anche come ente, acquistando dispositivi di protezione (ancora disponibili in sede per gli iscritti), rilanciamo una proposta di alcune settimane fa, per provare a rendere più sereno il ritorno a scuola per tutti: per i ragazzi, per le loro famiglie, per il corpo docente e per il personale ausiliario.

Gli infermieri non hanno solo un ruolo centrale nell'assistenza diretta nelle strutture sanitarie pubbliche e private, nei territori e distretti, ma ricoprono un ruolo sociale: non per caso il profilo ministeriale (DM 739/94) che dall'ormai lontano 1994 li ''fotografa'' parla di ''educazione sanitaria'' e di ''partecipazione alla identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività''.

Ora, con la riapertura delle scuole e con l'autunno in arrivo (che porta, appunto come ogni anno, la ''normale'' influenza) sarà frequente avere scolari e studenti con raffreddore, tosse, congiuntivite, dissenteria, sintomi che non hanno niente a che vedere con il Covid 19 ma che, quando presenti, possono mettere in difficoltà il personale preposto al triage dei ragazzi che dovranno frequentare gli istituti.

Ma naturalmente non è solo questo il punto che riteniamo vada affrontato, anzi: nella speranza di tornare a una situazione di completa normalità, un infermiere nei plessi scolastici assicurerebbe assistenza ai ragazzi con patologie croniche (che hanno pieno diritto alla formazione e non devono correre rischi aggiuntivi), darebbe garanzia e capacità di intervento in caso di una emergenza, e inoltre rappresenterebbe un professionista qualificato al quale rivolgere domande e chiedere consigli, oltre alla possibilità di formare docenti e ragazzi sui temi della salute: pensiamo al vantaggio del dimostrare perchè ''fa bene lavare le mani'' quando si è in comunità. In questa ottica pensiamo non solo all'infermiere, ma anche alla ormai molto rara (e preziosa) figura dell'infermiere pediatrico, professionista che si forma con un corso di laurea a sè stante e che ospedali come il nostro, semplicemente, non assume da molti anni.

Quanto proposto potrebbe essere uno degli sbocchi che il cosiddetto decreto "Rilancio", convertito in legge (n.77/2020) istituisce quando, investendo fondi per le assunzioni, introduce l'infermiere di famiglia e di comunità.

La Legge parla di otto professionisti ogni 50mila abitanti:possono quindi arrivare (finalmente!) nella nostra Provincia almeno trentadue infermieri di comunità, e destinarne una piccola aliquota anche sperimentale, nei plessi scolastici più numerosi, potrebbe essere davvero una iniziativa utile e molto pratica.

Al nostro Ordine, sull'esempio di ciò che ha fatto anche l'OPI di Grosseto con il suo presidente Nicola Draoli, piace anche l'idea di collaborazione con i pediatri di libera scelta : nella compenetrazione di competenze e di professioni sanitarie si può creare un reale patto per la salute, a favore dei cittadini più giovani, recuperando la benemerita Medicina Scolastica rimossa ormai dalle nostre realtà.

Quindi chiudiamo con un appello alle istituzioni del territorio per provare, anche in fase sperimentale, ad accogliere una proposta operativa sul tema indicato; ed ancora una volta, per gli stessi motivi, invitiamo anche la Regione e la nostra ASL ad assumere il prima possibile personale sanitario infermieristico necessario per far fronte agli inevitabili stress organizzativi e di sistema che vivremo con l'arrivo della influenza: quando arriverà, ovviamente, sarà necessaria cautela ed attenzione fino alla esclusione di un caso di Covid, e questo inciderà pesantemente sulle attività territoriali (dove già oggi il personale presente nei Distretti, impegnato nella nuova e complessa attività del GSAT, è sempre lo stesso dell'era pre-Covid) e delle strutture ospedaliere del territorio spezzino.

Questo periodo di (relativa) calma va sfruttato al meglio, e va fatto ora.

OPI La Spezia

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