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“I nostri volontari stanno dando anima e corpo, non li ringrazierò mai abbastanza” In evidenza

Intervista al Presidente della Croce Rossa della Spezia Luigi De Angelis: “Questa emergenza ci ricorda che il volontariato è la spina dorsale del Paese. Nessuno se lo dimentichi quando saremo tornati alla normalità”.

“La Croce Rossa è una grande famiglia e la sua forza si vede soprattutto in periodi di grave difficoltà come questo: viene fuori il meglio dei nostri volontari”.

Parola di Luigi De Angelis, Presidente della Croce Rossa della Spezia, che in un’intervista al nostro giornale traccia il quadro delle attività che l’associazione di volontariato sta mettendo in campo in questi giorni per far fronte all’emergenza coronavirus.

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Dai soccorsi in ambulanza alla spesa a domicilio per gli anziani, dall’assistenza alle persone senza dimora al trasporto dei tamponi: tra gli operatori impegnati in prima linea ogni giorno per la tutela della salute dei cittadini ci sono anche i volontari della Croce Rossa.

Presidente, quali sono le attività che la Croce Rossa della Spezia sta mettendo in campo in questo periodo di emergenza coronavirus?

Stanno continuando le uscite delle nostre Unità di Strada a supporto delle persone senza dimora in città, ovviamente nel rispetto delle necessarie misure precauzionali. In più garantiamo un servizio gratuito di consegna a domicilio di spesa e farmaci alla Spezia, a Fezzano e a Calice, in collaborazione con le rispettive amministrazioni comunali. L’attività è rivolta a persone anziane, persone in condizioni di fragilità o sottoposte a isolamento che non possono uscire dalla propria abitazione. Ma sicuramente l’attività più importante, e anche più gravosa, in questo periodo è quella dell’ambulanza. Proseguono i soccorsi e i trasporti sanitari ordinari, infatti, e la Croce Rossa della Spezia ha messo a disposizione del 118 un’ambulanza dedicata al trasporto dei casi di coronavirus.

Sono settimane impegnative anche per i vostri operatori. Avete riscontrato un calo nel loro impegno, magari per paura di contrarre il virus durante l’attività in ambulanza?

Qualche volontario che vive con persone anziane, o fragili come donne incinte, ha preferito sospendere la sua attività in ambulanza per non mettere a rischio i suoi familiari: è una decisione legittima e del tutto comprensibile in un periodo di grave emergenza come quello che stiamo vivendo. Ma nonostante questo non stiamo incontrando difficoltà a garantire 24 ore su 24 il servizio di emergenza in ambulanza. La Croce Rossa è una grande famiglia e la sua forza si vede soprattutto in periodi di grave difficoltà come questo: viene fuori il meglio dei nostri volontari, è come se sentissero ancora più forte di prima il dovere di aiutare gli altri. Sono orgoglioso di loro e non li ringrazierò mai abbastanza per quello che fanno.

Un’epidemia globale di questa portata era imprevedibile: come ha reagito la struttura della Croce Rossa spezzina? Avete incontrato delle difficoltà?

Sicuramente uno scenario del genere era del tutto inaspettato, sia nei tempi che nelle modalità. Sin dall’inizio dell’emergenza abbiamo messo a disposizione delle istituzioni la nostra macchina organizzativa, in particolar modo la nostra Area Emergenze che si occupa della preparazione e della risposta a eventi emergenziali come questo. Siamo anche stati costretti a sospendere alcune attività, come quella della formazione, che implicavano un diretto contatto tra le persone: questo ci ha permesso di concentrare la maggior parte dei nostri sforzi sui servizi in ambulanza. Abbiamo cercato di rispondere al meglio alle esigenze del 118, per ora stiamo procedendo bene.

La carenza di mascherine protettive e dispositivi di protezione in genere ha messo in difficoltà anche la vostra associazione. Qual è la situazione al momento?

La scarsità di mascherine riguarda purtroppo tutti, sia le strutture sanitarie che le associazioni di volontariato come la nostra. Prevengo l’obiezione che qualcuno potrebbe fare: “Ma perché non avevate delle scorte?”. In una situazione di normalità le mascherine FFP2 e FFP3, ma anche le mascherine monouso, si utilizzano raramente durante i servizi in ambulanza, per questo se ne acquistano secondo le esigenze. E nessuno a gennaio poteva minimamente prevedere che a due mesi di distanza ne avremmo utilizzate decine al giorno a causa di una pandemia globale. Grazie ad alcuni gesti di solidarietà siamo riusciti a far fronte a questa difficoltà: ringrazio in particolare l’azienda Sepor, che ci ha donato tute ad alta protezione e l’assessore Luca Piaggi, che ci ha consegnato 100 mascherine nei giorni scorsi (qui la raccolta fondi lanciata dall'associazione, ndr). So che la Regione ha ordinato 5 milioni di mascherine recentemente: giustamente verranno distribuite in primo luogo al personale sanitario degli ospedali, in prima linea ogni giorno. Non dimentichiamoci però anche delle associazioni di volontariato che garantiscono i servizi in ambulanza: senza dispositivi di protezione chi andrà a soccorrere chi sta male?

Dalla Lombardia è arrivata una richiesta di aiuto per la grave situazione di emergenza. Anche voi avete risposto all’appello?

Sì, abbiamo subito messo a disposizione una nostra ambulanza, che è arrivata ieri al centro di emergenza di Bresso e verrà dislocata nell’epicentro del contagio, a Bergamo. Ringrazio a nome di tutto il nostro Comitato chi si è messo a disposizione e ha deciso di andare “al fronte”, è il caso di dirlo, per aiutare i nostri amici lombardi in questa battaglia. Oggi più che mai il messaggio di umanità della Croce Rossa acquista un significato fondamentale: siamo davvero tutti fratelli.

Secondo lei cosa dovremmo imparare da un’esperienza emergenziale come questa?

Posso rispondere in qualità di Presidente della Croce Rossa della Spezia, riflettendo sulla nostra esperienza di queste settimane. Penso che finito questo momento terribile tutta la comunità si renderà conto, ancora di più rispetto al passato, di quanto sia importante il volontariato nel nostro Paese: senza volontari a bordo delle ambulanze, nei condomìni a portare la spesa agli anziani, in strada di notte ad aiutare chi non ha una casa, non so come avremmo potuto affrontare questa emergenza. Il volontariato è la spina dorsale di questo Paese, l’emergenza coronavirus ce lo ha ricordato per l’ennesima volta. Speriamo che nessuno se lo dimentichi quando saremo tornati alla normalità.


Intervista realizzata da Gazzetta della Spezia telefonicamente, nel rispetto del Dpcm del 9 marzo 2020.

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