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"L'Asl renda pubblico il suo Piano di emergenza" In evidenza

L'intervento del Manifesto per la Sanità locale.

"Come referente del “Manifesto per la Sanità locale” ed unitamente alle varie componenti civiche dello stesso, ci sentiamo in dovere di comunicare quanto segue.

In questo periodo, siamo stati molto combattuti all’idea di esprimere una nostra opinione sui drammatici avvenimenti che ci vedono tutti coinvolti.

Sarebbe stato fin troppo facile per noi innescare una dialettica polemica, affermando che la nostra sanità locale potrebbe subire un ben più duro impatto dall’epidemia in corso, rispetto ad altre realtà. Ciò stante il dato di fatto – che andiamo da tempo sostenendo e documentando - che è mancata, nel corso degli anni, una enorme quantità di risorse per tagli al personale e ai posti letto.

Ma abbiamo unanimemente rifiutato un tale atteggiamento che, ratione temporis, sarebbe stato anche scellerato e incosciente.

Per questo, lasciando a tempi migliori ogni diversa considerazione, abbiamo già pubblicamente sostenuto il servizio sanitario locale, ringraziando prima di tutto operatori sanitari e dirigenti (che sappiamo si stanno adoperando per la salute dei cittadini) e invitando tutte le persone a rimanere a casa e ad osservare puntualmente le disposizioni impartite dalle Autorità Nazionali e Locali.

In tale occasione – ed anche con contatti per le vie brevi – abbiamo espressamente richiesto alla ASL 5 di rendere noto, a noi e alla cittadinanza, un Piano di gestione dell’emergenza.

Un Piano che, pur con i dovuti aggiustamenti in corso d’opera, potesse tra l’altro essere occasione di infondere relativa tranquillità per i cittadini, garantendo a questi ultimi – per il prevedibile prosieguo dell’emergenza – la predisposizione di ogni adeguato strumento a tutela di chi, malauguratamente, fosse rimasto contagiato, ma anche di chi avesse bisogno di cure “ordinarie”.

Un Piano, inoltre, che potesse garantire ai dipendenti – già sotto pressione per l’impegno lavorativo – la concreta presenza della dirigenza con una regia attenta volta ad evitare l’impressione di decisioni dell’ultimo momento (vedasi comunicato stampa delle organizzazioni sindacali del 18 marzo).

Ad oggi, dobbiamo registrare che tale proposta non è stata accolta ed è così che, solo dalla stampa, apprendiamo notizie sull’organizzazione sanitaria dell’emergenza; notizie delle quali, né noi, né presumibilmente i cittadini tutti conosciamo la fondatezza, ragion per cui aumenta il clima di incertezza e di timore.

Non ci è certo estranea la circostanza che attualmente la dirigenza dell’ASL possa essere impegnata in scelte prioritarie di carattere tecnico/medico.

Ma in un Paese democratico – quale fortunatamente è il Nostro – le ragioni della democrazia e del diritto non possono lasciare il passo alle sole ragioni “tecniche” dell’emergenza. Non foss’altro per il fatto che le radici democratiche sono e saranno il fulcro di quella che – tutti auspichiamo – sarà la fase successiva all’epidemia, con il ritorno al godimento pieno delle libertà dei singoli e allo sviluppo delle socialità (oggi opportunamente limitate per ragioni sanitarie emergenziali).

Se questo è il principio – e per noi lo è – ne deriva che aspetto imprescindibile delle linee pratiche della democrazia è che l’azione amministrativa – pur nelle attuali temperie – sia improntata a canoni di trasparenza e partecipazione.

Nella convinzione che un siffatto Piano sia stato già predisposto dall’ASL 5, assumiamo come ineludibile che dello stesso venga data ampia informazione; in particolare per conoscere:
- quante unità di personale medico, infermieristico, oss sia stato assunto con le misure eccezionali disposte dal Governo e per quali specialità;
- quanti posti letto saranno destinati ad incrementare l’offerta di assistenza in terapia intensiva e sub intensiva con la relativa allocazione;
- quali e quante richieste siano state avanzate per DPI e sistemi di ventilazione assistita e a quante sia stato dato riscontro da parte della Regione e/o del Governo;
- quanti posti letto saranno destinati ad accogliere i malati in dimissione “in quarantena” con la relativa allocazione;
- Quali siano le misure adottate per proteggere gli Operatori Sanitari e quando viene eseguito il tampone agli Operatori Sanitari;
- Quale sia il Piano di Sorveglianza Attiva;
- Quale siano le Linee Guida per eseguire il tampone per Covid 19 nella Sorveglianza Attiva, e dove si esegue il test (speriamo a Spezia e non a Genova);
- Quale sia la programmazione per cure ed interventi extra epidemia ma che rivestano carattere di urgenza".

Per il Manifesto per la Sanità Locale
Rino Tortorelli

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