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Aulla, frana Lame: per le imprese "tagliate fuori" serve un provvedimento tampone In evidenza

La frana alle Lame di Aulla è un duro colpo per le imprese di autotrasporto

La frana alle Lame di Aulla è già un duro colpo per le imprese di autotrasporto che operano nei bacini estrattivi lunigianesi ma anche per quelle aziende che utilizzano ogni giorno mezzi d’opera tra la provincia apuana e spezzina. La statale 62 della Cisa era infatti, fino ad un paio di giorni fa, l’unica arteria di collegamento per raggiungere cantieri e destinazioni tra Toscana e Liguria per i veicoli eccezionali che effettuano trasporto di marmo in blocchi e per i mezzi d’opera che riforniscono i cantieri. Lo fa notare Fita Cna che ha già raccolto la preoccupazione delle aziende della Lunigiana dopo la frana del muro in prossimità del semaforo prima del curvone della frazione di Stadano.

L’interdizione ai mezzi con massa superiore alle 5 tonnellate ha già bloccato l’attività delle aziende che utilizzano questa tipologia di veicoli, alla quali resta solo un’altra opzione: imboccare l’autostrada ma solo dopo aver ottenuto l’autorizzazione dal gestore previo pagamento della tassa di usura strada e dei relativi oneri. Un’ulteriore “balzello” di qualche migliaio di euro a veicolo che le imprese si troverebbero costrette a pagare vista l’impossibilità di transitare sulla strada statale. “I mezzi pesanti da li non possono più passare, almeno fino a quando la strada non sarà messa in sicurezza, – fa notare Massimo Ricci, Presidente di Fita Cna – e l’unica alternativa pratica per evitare l’interruzione dell’attività delle imprese e delle filiere di servizio è quella di consentire il transito in autostrada senza ulteriori aggravi. Le imprese di trasporto per altro già versano una tassa speciale per transitare sulle strade provinciali sia alla Provincia che ad Anas. A Salt ed Autocisa chiediamo di consentire, in via straordinaria, l’utilizzo dell’autostrada fino a che non sarà possibile transitare dalle Lame”.

Non è concepibile che le conseguenze della mancata messa in sicurezza della statale 62, che si è trascina per troppi mesi, ricadano sulle spalle delle aziende, che si troverebbero paradossalmente costrette a sopportare un nuovo esborso economico per poter utilizzare quei veicoli. “Siamo consapevoli del disagio e delle difficoltà, in questa fase e nell’immediato, causate dalla frana – conclude Ricci - ma è indispensabile evitare un blocco delle attività economiche. Come associazione siamo pronti alla mediazione e al dialogo”.

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