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Revoca Pessina, Tribunale per i diritti del malato: "Una decisione che segnerà nella storia della città chi l'ha sostenuta" In evidenza

"La Regione può e deve revocare la decisione di rescissione"

I.R.E. s.p.a. (società della Regione e stazione appaltante per delega della ASL 5 dei lavori del Felettino) ha deciso di revocare l'appalto per la costruzione del nuovo ospedale della Spezia.
La decisione e’ stata ovviamente avallata dalla Regione che ne ha dato comunicazione alla Città della Spezia – e a tutti i Sindaci della Provincia – tramite comunicati e a cose fatte, così, ancora una volta dimostrandosi la grave mancanza di rispetto istituzionale della Regione nei confronti dei nostri amministratori (che peraltro stanno subendo passivamente la decisione ...).
Riteniamo questa decisione gravissima ed irresponsabile. Conosciamo ed abbiamo analizzato con attenzione tutti gli atti pubblici predisposti al fine di revocare l'appalto.
Non risulta in alcun modo fondata la tesi – utilizzata da I.R.E. e sostenuta dalla Regione – che la variante strutturale per le fondamenta sia stata bocciata da un organismo tecnico verificatore. Al contrario tale organismo (Conteco Check) ha testualmente espresso una raccomandazione a “...che le segnalazioni espresse e non completamente risolte vengano in ogni caso recepite in vista dell’approvazione della variante ...”.
Gli effetti di tale decisione, sotto il profilo legale, saranno esaminati dalla Magistratura penale e contabile che e’ stata interessata con un recente esposto.

Sotto il profilo politico e delle conseguenze sull’assistenza sanitaria, la revoca dell’appalto produrrà l’evidente risultato di dover rifare tutta la procedura daccapo con evidente perdita di tempo e di denaro (si parla di almeno 4 o 5 anni per riassegnare i lavori).
Tutto ciò mentre il S. Andrea e’ al collasso strutturale e l’ospedale di Sarzana – continuamente depotenziato nel tempo – non potrà certo, nell’attuale situazione, sopperire ai bisogni di assistenza ospedaliera.
E’ di ieri la notizia che sono stati interrotti gli interventi chirurgici alla Spezia per guasto nelle linee elettriche di una delle sale operatorie. Nel mentre, proprio le carenze strutturali non rendono “appetibile” la sede ospedaliera spezzina per l’assegnazione di incarichi a nuovi medici, di cui la nostra sanità ha bisogno.

Ne’ si può pensare che – in tempi compatibili con le necessità assistenziali della popolazione - l’ospedale di Sarzana possa sopperire alle carenze di quello spezzino. Nel corso degli anni il S. Bartolomeo e’ stato depotenziato e defunzionalizzato (probabilmente con l’intento di affidarlo ai privati, come nel ponente ligure) : dalla scellerata scelta di togliere la ginecologia; all’eliminazione del primariato di radiologia; all’eliminazione del servizio autonomo emotrasfusionale e di anestesia e rianimazione, all’ulteriore depotenziamento del Pronto Soccorso. Mancano ancora primariati “strategici” come quello di pneumologia e geriatria. Molti reparti sono vuoti e posti letto – necessari per evitare le fughe e le dimissioni improprie – sono inutilizzati. La struttura e’ assolutamente carente di manutenzioni, nonostante il prodigarsi degli operatori.
Pensare di spostare a Sarzana servizi di emergenza specializzata e/o di chirurgia e’ attualmente impensabile, come sostengono gli stessi medici e infermieri, da noi appositamente contattati.

La Regione può e deve revocare la decisione di rescissione dell’appalto del Felettino.

In ogni caso, la Regione deve fornire, prontamente, un piano alternativo per assicurare un’assistenza sanitaria degna di questo nome (nel tempo di costruzione del Felettino o nel tempo necessario a rifare l’appalto) e lo deve fare non con un piano elaborato a tavolino dalla solita A.Li.Sa., ma coinvolgendo sul campo e tecnicamente medici ed infermieri.
Le ipotesi formulate per riequilibrare l’offerta ospedaliera si possono praticare : una ad esempio e’ quella di spostare a Sarzana tutti i reparti “medici” : oncologia, infettivi, senologia, medicina nucleare. Ma sono ipotesi che debbono essere verificate e validate da chi lavora, tutti i giorni, in prima linea.
E di ciò deve essere data completa informazione ai cittadini

Tribunale per i Diritti del Malato

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