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Da borgo fantasma a borgo della speranza In evidenza

All'albergo diffuso "Cento Borghi" di Fivizzano il premio "Cambiamenti" di Cna

 

 

Per la prima volta nella storia dell’istituzione del premio nazionale promosso dagli artigiani, un’azienda della provincia di Massa Carrara, è stata insignita del prestigioso riconoscimento. E per la prima volta un’impresa del territorio rappresenterà sia nella volata regionale, e magari anche nazionale, la provincia di Massa Carrara.

La cooperativa di comunità Medicea, nata nel 2019 per volontà di tre amici, è una delle esperienze a livello nazionale più interessanti ed originali che si sta occupando di recupero edilizio e rilancio dell’accoglienza di un piccolo borgo, come quello di Fivizzano, attraverso un progetto che mette a sistema la filiera turistico ricettiva, culturale ed umana.

Il lavoro di Cna è stato fondamentale per mettere al tavolo tutti gli attori, tra cui la Regione Toscana, che ha creduto nel progetto mettendo sul tavolo 100 mila euro. A premiare la cooperativa sono stati, ad Aulla, nella sede di Cna, il Presidente, Paolo Bedini insieme al Presidente dei Giovani Imprenditori, Giacomo Altamura e alla commissione formata da Daniele Mocchi e Roberto Galassi del Gal Lunigiana. A ricevere il premio, per conto della cooperativa, è stato l’architetto Raphael Nanti.

borgo

“Ci troviamo di fronte ad un progetto – analizza Bedini – che rappresenta, nel contesto nazionale, un modello da osservare con curiosità ed attenzione. I risultati che la cooperativa ha raggiunto, in appena un anno di attività piena, sono straordinari. L’albergo diffuso può essere sicuramente uno strumento per riaccendere la luce e l’interesse nei confronti di realtà in sofferenza come appunto i borghi montani che hanno peculiarità storiche ed ambientali che possono essere valorizzate o coabitano in un territorio, come la Lunigiana, che ne offre tante e diverse. Ma si è rilevato anche uno strumento per mettere in moto un’economia virtuosa locale coinvolgendo le imprese e gli artigiani nelle ristrutturazioni, nei servizi, nelle forniture, nell’intrattenimento. Abbiamo seguito questo progetto sin dalle sue prime battute, ed oggi siamo orgogliosi di quello che sta diventando”.

L’esperienza della cooperativa di comunità Medicea potrebbe presto rappresentare un modello da replicare per “ripopolare” e far rifiorire piccoli centri e borghi che rischiano di restare disabitati. Fivizzano, in questo senso, è un vero e proprio case history: nel 1848 abitavano nel borgo poco meno di 1500 persone. Oggi sono circa 200. Un graduale e costante “spopolamento” che ha portato anche all’abbandono di molte abitazioni che hanno penalizzato, anche dal punto di vista del decoro e turistico, il paese. Erano 84, fino allo scorso anno, le case-appartamento senza vita. Tutto è però partito da una riqualificazione edilizia, in particolare dalla facciate delle abitazioni che costituivano un elemento di degrado. Il primo elemento è stato ricreare condizioni estetiche di piacevolezza. Il primo a scommetterci è stata la Regione Toscana che ha dotato il progetto di recupero di un fondo di 100mila euro che ne ha messi in moto almeno 400.

Il passo successivo è stato trovare gli accordi con i proprietari delle abitazioni: “la difficoltà principale è stato quella di convincerli della bontà del progetto, della redditività e dei vantaggi che ne sarebbero derivati nel lungo periodo. – ha spiegato Nanti – I proprietari che hanno messo a disposizione le abitazioni hanno pagate bollette, spazzatura e rifiuti ed hanno anche un introito, che altrimenti non avrebbero, e si ritrovano immobili valorizzati. Oggi gestiamo 11 abitazioni ed abbiamo portato, in una sola estate, 200 pernottamenti nel borgo. E’ un primo piccolo importante passo. Sono state ristrutturate diverse facciate, ed altre lo saranno nei prossimi mesi. Stiamo ricreando lo spirito turistico di Fivizzano. La seconda fase è quella di creare servizi aggiuntivi e pacchetti collegati ad un sistema integrato per offrire di più ai turisti”.

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