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Sarzana: corteo per l'11 ottobre, Ponzanelli: "No a violenze e discriminazioni di genere" In evidenza

di Alessio Boi- Giovani ragazze e non solo hanno manifestato per le vie del centro storico sarzanese in occasione della "Giornata Mondiale delle Bambine e delle Ragazze" promossa dall'ONU.

 

Per la seconda volta consecutiva il Comune di Sarzana ha aderito alla campagna "INdifesa per un'Italia a misura di bambine e delle ragazze" ideata dalla Fondazione Terre Des Hommes Italia in occasione della Giornata Mondiale ONU delle Bambine e delle Ragazze. Mentre tutto il mondo si sta mobilitando per chiedere la Parità di Genere, l'emancipazione e l'autostima per giovani donne e non solo, anche Sarzana non è rimasta con le mani in mano e questa mattina alle ore 9 alcune ragazze e ragazzi dell'Istituto Parentucelli- Arzelà si sono ritrovati in piazza Matteotti per sfilare nel centro storico in compagnia del Sindaco Cristina Ponzanelli in pole positon tra le giovani con uno striscione che rimanda ai motivi della manifestazione.

Palloncini e magliette che sfoggiano un colore arancione vivo non è passato inosservato tra commercianti e cittadini del venerdì mattina: tutti i partecipanti indossavano una t-shirt con l'hashtag #Liberae con un disegno per raccontare cosa significa la libertà per una bambina. E sono state proprio le loro idee le protagoniste principali del gran finale del corteo, con il ritorno in piazza Matteotti e ognuno ha espresso in una frase che racchiude il significato soggettivo di libertà, ma solo dopo le parole del sindaco e della professoressa Vera Giambò, rappresentante dell'Istituto Parentucelli-Arzelà, accompagnata dai professori Alessandro Palumbo e Valentina Camilli.

"Un emozione aver condiviso con voi giovani questo messaggio- dichiara il sindaco Ponzanelli riferendosi ai partecipanti- essere donne è un avventura straordinaria, complicata e bellissima, ma soprattutto una sfida che richiede forza e coraggio". E ancora:"Innegabile che ancora oggi per una donna realizzarsi richieda molta più determinazione e ostacoli da superare rispetto a quelli che deve incontrare un uomo- e conclude- fin da piccoli ci insegnano che essere femmina è uno svantaggio, ma vogliamo affermare che non accettiamo questa impostazione e oggi siamo qui per dire no a soprusi, violenze e discriminazione: fate sentire la vostra voce". Poi è il turno della professoressa Vera Giambò:"In qualità di referente dell'Istituto Parentucelli-Arzelà ringrazio il comune per questa opportunità di riflessione: è un tema importante spesso dimenticato o coperto da silenzio". E conclude:"Nel percorso di studi bisogna riflettere su cosa vuol dire essere cittadino attivo e cosa non funziona nella società".

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