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U Dragun in visita nel Golfo della Spezia In evidenza

È accaduto dopo 35mila palate compiute da ognuno dei 12 vogatori

Al suono delle campane a distesa del santuario e delle sirene delle navi ormeggiate in porto, benedetto dai getti d’acqua di un rimorchiatore e di una motobarca dei vigili del fuoco, scortato da una vedetta della Capitaneria, dalla goletta Pandora, da alcune unità da diporto e dalla barca del Palio che gli ha aperto la rotta. Così, per la Festa della Borgata, U Dragun di Camogli ha fatto il suo ingresso alle Grazie, seguendo il richiamo del Cantiere della Memoria, teatro di una mostra documentaria. Una scena di grande suggestione. È accaduto dopo 35mila palate compiute da ognuno dei 12 vogatori dalle mani imperlate di calli, agli ordini incalzanti del comandante-timoniere Andrea Costa, nella sincronia dei cuori e dei gesti dei vogatori come se lì, sul cassero di poppa, ci fosse ancora lui: Ido Battistone, il folle ideatore della barca-simbolo della cittadina ligure, maestro d’ascia e di vita che aveva inseguito e centrato, 50 anni fa, il sogno di consegnare alle onde non solo uno scafo evocativo degli snodi della storia della navigazione - un misto fra sciabecco e galea - ma un comune sentire fatto di amore e rispetto per il mare.

Quelli che a Ido erano stati insegnati dai genitori di origine graziotta: papà Gino, palombaro, e mamma Ada, casalinga. È proprio all’insegna dell’abbraccio generazionale si è sviluppata la missione alle Grazie del Dragun, nell’alternarsi dei bambini ai remi, al fianco dei vogatori. Nel corso della tre giorni, il Dragun e il suo equipaggio hanno fatto visita a Porto Venere (ospiti del distributore Eni) dove hanno ricevuto il saluto del sindaco Matteo Cozzani, a Lerici (ospite della società marittima di Mutuo Soccorso) e all’isol del Tino (ospiti di Marina Nord-Marifari) in omaggio al Patrono del Golfo, marinaio eremita, pioniere delle vele latine che nella barca camoglina si fanno ali per tramandare la tradizione. Sull’onda dell’entusiasmo per la visita alla perla del golfo e della riconoscenza alla Marina, la decisione dell’equipaggio di donare la prima (e ora vecchia) vela latina del Dragun al complesso monumentale del faro.

Intanto scambio di magliette con la borgata marinara delle Grazie all’insegna di un ideale gemellaggio, come ha detto Emanuele Bianchi stringendo la mano al comandante del Dragun Andrea Costa che porta a Camogli anche un’opera d’arte realizzata e donata dall’artista Graziano Tonelli e il libro fotografico con le immagini storiche delle Grazie editato dalla Pro Loco.
A dare ospitalità notturna ai marinai, e stata la palestra della Forza e Coraggio, partner organizzativo dell’evento insieme al Cantiere della Memoria, alla società Porto Venere Servizi portuali turistici, alla Pro Loco delle Grazie e all’Assonautica alle quali va il ringraziamento dell’equipaggio del Dragun.

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