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Le notizie dalla Diocesi In evidenza

Ecco le ultime notizie dalla Diocesi.

La sofferenza che diventa offerta di sé

di Italo Lunghi
 - Lunedì scorso, ricorrenza della festa liturgica della Madonna di Lourdes, il vescovo diocesano Luigi Ernesto Palletti ha celebrato nella chiesa parrocchiale di San Pietro a Mazzetta la tradizionale Messa per le persone malate, in occasione della Giornata mondiale del malato. Molte le persone presenti, provenienti da tutta la città e dalle località vicine. All’omelia della Messa, il vescovo ha sottolineato il significato della cerimonia nel contesto della devozione alla Vergine di Lourdes, venerata nella chiesa di Mazzetta con un altare proprio.


«Perché – si è chiesto monsignor Palletti – questa ricorrenza è così importante ? Essa è anzitutto importante perché ci ricorda quanto sia presente la Vergine Maria nella nostra vita, qualunque sia la nostra condizione, il nostro stato di vita e di salute. Maria è presente in mezzo a noi, e ce lo ricorda con una presenza attenta. Abbiamo ascoltato il brano evangelico delle nozze di Cana: ogni volta che risuona questa pagina di Vangelo, da essa emerge sì il grande miracolo compiuto da Gesù, ma emerge altresì, in un modo tutto materno e realmente potente, la figura di Maria che stimola, che chiede questo miracolo da parte del Figlio. Lei, accorgendosi che mancava del vino, subito lo fa presente. E’ l’amore materno, l’amore che si fa vicino ad ogni momento della nostra vita.

E’ un dono che Dio ci fa attraverso Maria, ma è anche un esempio che ci dona, un esempio che ci lascia, un esempio che ci deve stimolate nel nostro comportamento reciproco, gli uni verso gli altri». Proseguendo nella sua omelia, il vescovo si è poi soffermato sui temi specifici della Giornata del malato: «E vero che un male fisico può uccidere la vita biologica, ma è ancor più vero che il male del peccato uccide la nostra vita di figli di Dio, iniziata in noi con il Battesimo. Allora la malattia del corpo diventa anche un segno, un simbolo: simbolo di una fragilità, certamente, ma di una fragilità che è stata assunta dal Signore Gesù, Lui Figlio di Dio che assume le nostre fragilità, che scende dentro di esse e che nel Getsemani dice:” Padre se possibile passi da me questo calice”. Gesù non è un eroe della mitologia antica, è il dono che il Padre ci fa perché diventi fratello a noi, e noi possiamo diventare, in Lui, figli del Padre che è nei cieli. Ed è altrettanto vero – ha osservato ancora il vescovo – che questa fragilità deve portare a molta più solidarietà, o meglio alla comunione di carità reciproca che il Signore pone dentro al nostro cuore. Questo fa sì che possono sorgere doni nuovi all’interno della comunità, testimonianze nuove all’interno della nostra vita e così noi si possa venire incontro, in modo silenzioso ma efficace, gli uni gli altri. Perché gli uni gli altri? Perché non c’è qualcuno che riceve o che dona soltanto, bensì assistiamo davvero ad uno scambio di vitalità che permette a tutti di essere risanati, se non nel corpo, certamente nello spirito. E si realizza allora davvero il “miracolo di Cana”: come veramente quell’acqua viene trasformata in vino, così veramente la sofferenza dell’uomo viene trasformata in un momento di supplica e di offerta particolare al Signore, Lui che ha preso su di sé le nostre sofferenze e che permette a noi di essere in comunione con le sue sofferenze».

«Questo – ha concluso Palletti – avviene sempre nell’orizzonte di “cieli nuovi e terra nuova”, perché il messaggio evangelico è un messaggio di vita, è un messaggio di luce, è un messaggio di speranza. Ed è una certezza, certezza che nasce dal fatto che Cristo, figlio di Dio, è morto ed è risorto per noi ... Ecco, anche oggi lo vogliamo accogliere così, alla luce della Vergine Maria, alla luce di una promessa che si fa certezza, alla luce di un impegno che si fa carità. Accogliamolo e offriamolo insieme sull’altare del Signore». Nei giorni seguenti il vescovo diocesano si è recato nei diversi reparti dell’ospedale civile di Sant’Andrea, alla Spezia, per incontrare le persone malate ed il personale medico ed infermieristico che le assiste.

Il viso dolce del giovane don Marco

Era domenica anche quel il 17 marzo 1974. Ricordo ancora la voce addolorata di mia mamma che, di ritorno dalla prima Messa nella chiesa di San Rocco, mi diceva “ Marco non c’è più” ... Per tutti don Marco Bertolucci era ancora Marco, il giovane garbato, dolce, riservato, sorridente; non ci eravamo ancora abituati a chiamarlo “Don”, essendo stato ordinato sacerdote solo pochi mesi prima, il 20 ottobre 1973. La sua ordinazione, che coronava un percorso di seminarista a servizio della parrocchia, allora guidata da don Francesco Denti (suo direttore spirituale), era stata seguita da tutti noi, giovani e anziani, con grande partecipazione e con gioia: vedevamo in quel nuovo giovane sacerdote (sorto dalla terra dove nel 1556 era apparsa la Madonna) quasi un segno della presenza del Divino, e nella nostra comunità si erano risvegliati l’entusiasmo e la speranza. Ma tutto ciò è durato troppo poco ! La malattia, gravissima, era in agguato ed era di quelle che non lasciano scampo.

Ci siamo stretti intorno alla sua famiglia ed abbiamo pregato intensamente chiedendo al Signore la Grazia della guarigione. Don Marco era consapevole della gravità del suo male, ma era sempre sereno e sorridente: quando andavamo a fargli visita all’ospedale di Sampierdarena, presso Genova, era lui che infondeva coraggio a noi con le parole del Vangelo, quelle stesse che abbiamo letto dopo la morte nei suoi scritti e particolarmente nella toccante lettera alla mamma. Sono passati quarantacinque anni, e credo che chi come me lo ha conosciuto abbia sempre davanti agli occhi il suo sorriso, la sua bontà e la sua spiritualità. Ma sono certa che anche coloro che non lo hanno conosciuto, e che vedono la sua fotografia al santuario arcolano di Nostra Signora degli Angeli (di cui don Marco era devoto) o all’oratorio di San Rocco (a lui intitolato per iniziativa del parroco attuale don Pier Luigi Portunato), sentono il fascino di una persona che si è donata a Dio, che ha sofferto con dignità esemplare e che dal Cielo continua a pregare per la sua Arcola e per il seminario. Stamani il canonico don Romano Rossi, che di don Marco fu compagno nel seminario di Sarzana, celebra alle 11.15, nella chiesa del Ponte di Arcola, una Messa di suffragio alla quale partecipa tutta la popolazione. 
Eliana Bacchini


Consacrata la chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Molicciara


Non capita di frequente, in questi anni, di assistere ad una cerimonia di consacrazione, o più precisamente “dedicazione” di una chiesa. Non sono molte, infatti, le nuove chiese che vengono costruite o inaugurate. Si può comprendere dunque con quale gioia e interesse la popolazione della parrocchia di Molicciara, al piano di Castelnuovo Magra, abbia partecipato lunedì scorso alla solenne cerimonia di consacrazione della chiesa parrocchiale del Sacro Cuore, affollata di fedeli: oltre a numerosi sacerdoti, provenienti anche dalla vicina diocesi apuana, che hanno concelebrato con il vescovo Luigi Ernesto Palletti, erano presenti il gonfalone del Comune, il sindaco Daniele Montebello con la fascia tricolore ed altre autorità, oltre a rappresentanze di tutte le associazioni del territorio.

A dire il vero la chiesa del Sacro Cuore non è stata costruita oggi, bensì nell’ormai lontano 1934, quando l’allora vescovo Giovanni Costantini decise di dare stabile assistenta spirituale alla zona detta della Miniera, che si andava intensamente popolando sino a superare quella della collina. Nel 1939 venne istituita la parrocchia, nel giorno della festa della Madonna di Lourdes. La guerra mondiale, iniziata poco tempo dopo, non aveva consentito di procedere alla dedicazione della chiesa. Così l’iniziativa è stata presa dal parroco attuale, don Andrea Santini, e la cerimonia, presieduta appunto dal vescovo, si è svolta nella data esatta degli ottant’anni dall’istituzione della parrocchia.

Una lapide marmorea inaugurata e benedetta dal vescovo presso l’ingresso della chiesa farà ora memoria di questi eventi. Il parroco ha ricordato i sacerdoti e le religiose che in questo lungo periodo hanno animato, con l’aiuto di tante famiglie del luogo, la vita parrocchiale: in particolare i parroci don Mario Andolfatto (1939 – 1941), don Dino Cipollini (1941 – 1990) e don Carlo Morachioli (1990 – 2018). Un impegno notevole, il loro, dal momento che la parrocchia, che nel 1939 contava circa 2500 abitanti, sfiora oggi i settemila. Tra gli avvenimenti di questi ottant’anni non va dimenticata la devozione alla Madonna della Guardia, alla quale il parroco don Cipollini chiese nel 1944 la grazia, poi ottenuta, di preservare la parrocchia dai bombardamenti di quei mesi tragici di guerra, con il fronte della linea Gotica che correva a brevissima distanza.
Egidio Banti

”Ultimi del mondo”, premio a Di Schino
Il giornalista Maurizio Di Schino, inviato della televisione cattolica nazionale TV 2000, ha ottenuto ieri l’altro alla Spezia il premio speciale “Tra gli ultimi del mondo”, consegnato nella sala multimediale di Tele Liguria Sud a cura dell’associazione “Percorsi”. Il premio, nato come evento collaterale delle manifestazioni “Montale fuori di casa”, è stato dedicato quest’anno al tema dei bambini non accompagnati, profughi nel Mediterraneo dai paesi poveri del mondo. Di qui la scelta per il premio speciale a Di Schino, che ha svolto negli anni scorso diverse inchieste e servizi televisivi in paesi africani quali la Repubblica Centrafricana e il Kenya. Un’esperienza che il giornalista ha raccontato alle persone presenti, illustrando anche alcune parti dei suoi servizi televisivi, e che lo ha fatto incontrare, tra gli altri, con i frati carmelitani liguri presenti in Centrafrica, e con i cooperanti dell’associazione “Avsi”, che riuniscono ragazzi e ragazze di religione islamica e di religione cristiana in gruppi scout nel Kenya. Il vescovo Luigi Ernesto Palletti, consegnando il premio, ne ha sottolineato il significato alla luce di quello che è un impegno cristiano a tutto campo. La presidente di “Percorsi” Adriana Beverini e la vice presidente di “Montale fuori di casa” Barbara Sussi hanno fatto gli onori di casa, coordinando la consegna degli altri premi ad autori e ad autrici di poesie e racconti brevi dedicati al tema dei piccoli migranti. Tra i premiati anche la poetessa spezzina Sonia Vatteroni.

“Un viaggio lungo una vita”

L’ufficio diocesano di Pastorale per la famiglia rende noto che riprenderanno sabato prossimo 23 febbraio gli incontri di “Per – corso”, sul tema “Un viaggio lungo una vita”. Si tratta di incontri che intendono offrire accoglienza e vicinanza alle giovani coppie di sposi, accompagnandole nell’esperienza in comune specie nei primi anni di matrimonio, quelli spesso più esposti alle difficoltà create dall’adattamento alla nuova vita in due. In pratica, l’iniziativa intende sostenere la coppia nel suo divenire “famiglia”.

Sono previsti momenti di riflessione, condivisioni e laboratori esperienziali, con la guida di persone esperte. “Per – corsi” è un progetto organizzato in collaborazione con l’associazione “La Famiglia”, che da anni gestisce il consultorio familiare della diocesi. Gli incontri si tengono dalle 16 alle 18.30 del sabato a Casa Massà, in via Cadorna 24 alla Spezia. Quello di sabato prossimo, primo della serie, sarà dedicato al tema “Uno più uno fa tre, dalla famiglia da cui veniamo a quella che costruiamo”, con relatrici Maria Marta Boscolo e Luana Maria Jaselli. Per informazioni, telefonare al numero 393.1479654 oppure 328.5834990. L’iscrizione è gratuita e il corso terminerà a fine maggio.

Un nuovo diacono
Sabato prossimo 23 febbraio alle 16 il vescovo Luigi Ernesto Palletti ordinerà diacono permanente Agostino Cavirani, della parrocchia di Ortonovo Alto. La cerimonia avrà luogo nella cattedrale di Cristo Re. Cavirani, sposato con due figli, è il secondo diacono diocesano del comune di Luni: si affianca così ad Agostino Antognetti, della parrocchia di Casano Annunziata, che porta singolarmente lo stesso nome di battesimo e che, ordinato nel 1982, è oggi il decano dei diaconi permanenti.

Il vescovo Viola alla Spezia
Venerdì prossimo 22 febbraio sarà il vescovo di Tortona Francesco Vittorio Viola, francescano, a tenere alla Spezia la meditazione mensile al clero, sul tema “La dimensione liturgica nella vita del presbitero e della comunità diocesana”. L’incontro inizia alle 9.30 con l’Adorazione eucaristica e la recita dell’ora Terza nella cattedrale di Cristo Re. Segue la meditazione del vescovo nel vicino salone di Tele Liguria Sud.

Messa per don Giussani
Venerdì prossimo 22 febbraio alle 18, nella chiesa di San Paolo alla Pianta, Messa annuale in suffragio di don Luigi Giussani, promossa dal movimento di Comunione e liberazione. Presiederà il vescovo.
La mostra su Pinocchio
Prosegue alla Spezia la mostra su Pinocchio e sulla “lettura” cristiana del suo personaggio, apertasi ieri nella parrocchia di Maria Ausiliatrice al Canaletto. Oggi 17 febbraio alle 16.30, al teatro “Palmaria”, il gruppo “La traccia” presenterà il musical “Pinocchio a scuola”. Sino al 3 marzo proseguono le visite guidate e gratuite alla mostra. I gruppi vanno prenotati direttamaente al parroco o tramite la mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Domenica prossima 24 febbraio alle 21, sempre al cinema “Palmaria”, prima proiezione della trilogia di film dedicati al celebre burattino: Giordano Giannini presenterà “Pinocchio” di Roberto Benigni.

Gruppi vincenziani
Giovedì prossimo 21 febbraio, nella chiesa delle opere diocesane di via Malaspina 1, alla Spezia, il vescovo Luigi Ernesto Palletti celebra la Messa per le Conferenze di San Vincenzo de’ Paoli. Inizio alle 16.

Ricordo di suor Damiana
Si tiene oggi 17 febbraio, alle 17, nella chiesa dei Santi Giovanni e Agostino, alla Spezia, la Messa di suffragio per suor Damiana Elamthuruthil, spentasi di recente in India. Concelebrano don Giovanni Tassano e don Cesare Giani.

Scuola della Parola
Ha fatto tappa ieri a Riomaggiore la “Scuola della Parola” di Azione cattolica. Nell’oratorio di Santa Maria, don Renzo Cortese ha commentato un brano di Luca: “Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo ?”.

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