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Ciao Don Andrea! In evidenza

Il saluto delle Diocesi al giovane parroco scomparso pochi giorni fa.


Di fronte ad una giovane vita spezzata improvvisamente dalla morte la ragione umana rimane impotente e disarmata. Il credente la risposta la trova nella fede. E’ stato il vescovo Luigi Ernesto Palletti, in una cattedrale di Cristo Re gremita di fedeli, soprattutto giovani, a proporla durante il funerale di don Andrea Cappelli, il giovane sacerdote spentosi martedì all’ospedale San Martino di Genova, dove era ricoverato da qualche tempo. Proprio ieri don Andrea avrebbe compiuto quarantadue anni. Monsignor Palletti per la risposta ha fatto riferimento al prefazio della Messa: “Ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta, ma trasformata”: quindi don Andrea non è scomparso nel nulla, ma continua a vivere in Dio. Il vescovo ha ricordato che «il Vangelo della resurrezione, appena proclamato, ci invita a leggere nella fede ogni momento della nostra vita ed a guardare oltre ciò che il nostro sguardo terreno ci permette di vedere... L’apostolo Paolo scrive nella sua lettera ai Romani: “Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore ... tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio”. Dunque, mentre affidiamo l’anima di don Andrea alla misericordia del Signore, veniamo anche interpellati da ciò che Dio ci sta dicendo nella concretezza della vita».

Tutto questo è vero, ma ha senso l’aver speso tanto tempo ed energie nella preparazione al sacerdozio, per poi morire soltanto dopo pochi anni di ministero ? La stessa domanda era emersa, anni fa, in seguito alla morte di un altro giovane sacerdote, don Marco Bertolucci, che aveva soltanto venticinque anni ed era stato ordinato presbitero da pochi mesi. Il suo maestro, monsignor Lino Crovara, scrisse per lui questi versi: “Non gli anni computa Iddio/ comincia uno/ il suo canto e il suo lavoro/ e li crede primizie/ ma il Signore/ a solco appena tracciato/ vede le spighe già colme/ e accenna al servo di tornare a casa...”. Possiamo dunque dire che per il Signore anche don Andrea aveva svolto il suo compito ed era pronto per “tornare a casa” ? Il vescovo Palletti, tratteggiando le tappe del suo breve ministero, ha posto le premesse per la risposta: «Per sei anni don Andrea ha vissuto il suo ministero presbiterale in mezzo al popolo di Dio. Nella fatica di ogni giorno, nel suo “sì” quotidiano alla chiamata del Signore ha potuto crescere nella consapevolezza e nella bellezza del sacramento dell’Ordine, facendo in modo che la grazia di Dio, gratuitamente ricevuta, venisse anche da lui gratuitamente elargita nel cuore dei fedeli. L’impegno per l’insegnamento nella scuola e l’amore per lo studio teologico hanno fortemente caratterizzato il suo agire, e ciò non come puro fatto accademico ma come vero e proprio ambito di evangelizzazione. L’amore per le sue parrocchie, che non ha mai abbandonato neanche nei momenti più intensi e difficili della malattia, è stato da tutti colto come segno di una sincera dedizione pastorale. E di fronte al venir meno della salute, più volte aveva manifestato la volontà che tutto ciò potesse trasformarsi in una donazione al Signore, offrendo consciamente la sua malattia e la sua sofferenza per il bene della Chiesa». Al vescovo, che si era recato al suo capezzale, lo aveva ripetuto ancora pochi giorni prima di addormentarsi in Dio. Sant’Agostino se fosse presente ci direbbe: “Non chiedere a Dio perché ce lo ha tolto, ma ringrazialo perché ce lo ha donato”.

Don Andrea Cappelli era nato a Poggibonsi, in provincia di Siena, il 13 ottobre 1976. Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza ed il baccellierato in Filosofia presso la Pontificia Università della Santa Croce, venne accolto nel seminario diocesano di Sarzana e subito impegnato nella parrocchia di Santa Rita, alla Spezia. Al termine degli studi teologici, venne ordinato sacerdote il 23 giugno 2012 dal patriarca di Venezia Francesco Moraglia, già vescovo diocesano. Il 29 giugno 2012 fu nominato vicario parrocchiale della concattedrale di Santa Maria a Sarzana, ed a partire dall’anno scolastico 2012 –2013 insegnò religione nell’istituto superiore “Parentucelli – Arzelà” della stessa città. Dal 16 luglio 2015 era amministratore parrocchiale della Serra e di Pugliola, nel comune di Lerici. Colpito alcuni mesi or sono da una grave malattia, ha continuato il suo ministero sino a che le forze glielo hanno consentito.
Nell’esprimere le condoglianze ai suoi familiari ed alle comunità che sono cresciute insieme a lui, non possiamo qui non ringraziarlo a nome anche dei lettori, e salutarlo nella luce della fede: ciao, don Andrea, continueremo noi, con rinnovata lena, il tuo lavoro e il tuo canto, e porteremo te sempre nel cuore.

Di Giuseppe Savoca

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