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Dall'Assemblea nazionale Confartigianato lancia un patto in 7 punti con il Governo In evidenza

Presente anche una delegazione spezzina.

 

La Confartigianato spezzina ha partecipato all’Assemblea nazionale di Confartigianato a Roma nell’avveniristica struttura della Nuvola Convention Center per incontrare i rappresentanti del Governo e del Parlamento, delle Istituzioni e delle forze economiche e sociali del Paese per denunciare i vizi italiani e per rilanciare le virtù della piccola impresa artigiana, che mai come quest’anno ha fatto registrare record importanti sul fronte del lavoro e dell’economia, a cominciare da apprendistato ed export.

La delegazione guidata dal Presidente della Confartigianato della Spezia, Paolo Figoli, e del direttore Giuseppe Menchelli era composta dal responsabile sindacale Nicola Carozza e degli imprenditori Stefano Ciliento, Lorenzo Mazzini, Roberto Zampollini, Matteo Micheloni.

“Un’Assemblea molto sentita con 1800 delegati che ha ribadito l’importanza dell’apprendistato come canale di accesso al lavoro per i giovani – ha spiegato Paolo Figoli – basti pensare che le nuove assunzioni di giovani apprendisti sono state 273.000, in aumento del 20% rispetto al 2016. I piccoli imprenditori hanno reagito alla crisi con l’innovazione e con la ricerca di nuovi mercati e nel 2017 proprio i settori con la maggiore concentrazione di artigiani e piccole imprese hanno realizzato la migliore performance di sempre nelle esportazioni: ben 124 miliardi di euro. Portano nel mondo il meglio del made in Italy, ma mantengono le radici ben salde in Italia. Diversamente da quel che succede con le multinazionali nostrane, che producono all’estero e poi “esportano” beni che chiamano made in Italy”.

Nel corso dell’Assemblea la delegazione spezzina ha potuto incontrare il Vice Ministro alle Infrastrutture e trasporti, l’On. Edoardo Rixi e la Sen. Stefania Pucciarelli membro della IV e XIV Commissione permanente.

Le piccole imprese in Italia rappresentano il 99,4% del tessuto produttivo e danno lavoro al 65,3% degli addetti nonostante i tanti vizi di un Paese che ne limitano la competitività. A cominciare dalla pressione fiscale, che per l’Ufficio studi di Confartigianato supera di 18,6 miliardi di euro la media europea. La via di fuga da questa palude fiscale è stata indicata dal Presidente nazionale Giorgio Merletti: “Resta necessario fare alcuni interventi urgenti, rendere possibile il riporto delle perdite per le imprese in contabilità semplificata per completare e rendere fruibile la tassazione per cassa; così come consentire la deducibilità totale dell’IMU sugli immobili strumentali. In relazione poi all’avvio della fatturazione elettronica, che chiediamo avvenga per tutti dal 1° gennaio 2019 evitando la partenza troppo frettolosa per alcune categorie dal 1° luglio 2018, vanno ridotti adempimenti onerosi, a partire dallo split payment e dal reverse charge in edilizia”.

Per non parlare dei ritardi di pagamento della pubblica amministrazione italiana, che ancora oggi rappresentano una vera e propria voragine nei bilanci di decine di migliaia di piccole imprese: 56 miliardi di euro. La compensazione diretta tra debiti e crediti, come proposto per l’ennesima volta da Confartigianato, dimezzerebbe in un colpo solo il debito dell’Italia nei confronti delle pmi.

Confartigianato ha proposto dall’Assemblea Nazionale al Ministro del Lavoro, delle Politiche sociali e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio un contratto all’attuale Governo, guidato da Giuseppe Conte: sette punti, semplici ed immediatamente applicabili: la modifica del Codice degli Appalti, la firma sul decreto delle nuove tariffe INAIL, la chiusura definitiva del disastroso SISTRI, la tutela della manifattura made in Italy, una tassazione reale per i giganti del web, la riduzione del costo dell’energia e la valorizzazione delle piccole imprese in ogni nuovo provvedimento introdotto in italiano, come da indicazioni europee. Un contratto che il Ministro Di Maio ha firmato e sottoscritto, confermandone la bontà in ogni singolo punto. All’Assemblea ha partecipato anche il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha confermato la lotta alle importazioni selvagge che minano la qualità della produzione made in Italy.

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