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Ulivo e limone: il Parco delle Cinque Terre tutela le varietà autoctone In evidenza

Attivati diversi progetti di ricerca e valorizzazione delle colture tradizioniali.

La tutela delle cultivar autoctone di limone e di olivo e la loro reintroduzione nelle zone rurali del Parco Nazionale delle Cinque Terre: con queste finalità l'Ente ha attivato una serie di progetti di ricerca e valorizzazione sulle due colture protagoniste del patrimonio agricolo locale, accanto alla vite.

Come riscontrato a seguito delle segnalazioni pervenute da parte degli agricoltori locali all'ufficio Biodiversità, sono sempre più frequenti gli episodi di alterazione delle piante di limone a carico di foglie, rami e frutti.

Per questo l'Ente Parco ha avviato la procedura di segnalazione al servizio Fitosanitario dell'Ispettorato Agrario della Regione Liguria. Gli esperti hanno già effettuato un primo sopralluogo al quale seguiranno indagini e campionamenti diretti all'individuazione delle virosi che stanno causando il deperimento delle nostre piante. Una volta acquisiti gli esiti degli studi saranno messi in campo idonei provvedimenti per contrastare il diffondersi della malattia.

Parallelamente ha preso corpo un importante progetto di ricerca finalizzato alla conoscenza del patrimonio genetico e varietale delle colture locali, in collaborazione con l'Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna CNR-IBIMET.
La prima fase dello studio riguarda la caratterizzazione del limone autoctono attraverso una mappatura del corredo genetico locale, diretta alla selezione della varietà più adatta al reimpianto, in termini di quantità e velocità dell'entrata in produzione, qualità del frutto e resistenza alle patologie.

Stesso lavoro sarà svolto per la pianta dell'ulivo, in continuità con il progetto già realizzato dal 2007 al 2010, dal quale era già emersa la presenze di varietà di pregio nel nostro territorio.

"Le motivazioni di questi studi propedeutici alla reintroduzione delle piante di limone e olivo sono da ricercare nella persistenza storica della nostra tradizione rurale che, insieme alla coltivazione della vite, ha plasmato non solo il paesaggio locale ma anche le tradizioni e l'identità degli abitanti. – Sottolinea il Presidente F.F. Vincenzo Resasco - Oltre a conferire ulteriori elementi produttivi complementari e di interesse estetico, la ripresa di queste due colture può stimolare il recupero dei terrazzamenti e contribuire cosi al mantenimento della stabilità dei versanti".

 

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