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Seduta solenne del Consiglio regionale alla Spezia In evidenza

In occasione della Festa della Liberazione. La storica Preda: "Il 25 aprile celebriamo la vittoria della libertà e l’emergere di una nuova concezione di Stato. Nella Resistenza nasce anche una patria europea".


Questa mattina alle ore 11, nell’Auditorium dell’Autorità portuale della Spezia, si è svolta la Seduta solenne del Consiglio regionale per celebrare il 72°esimo anniversario della Festa della Liberazione Nazionale.
Alla cerimonia hanno assistito le massime autorità civili, militari e religiose.
Ad accogliere consiglieri e assessori c’erano anche un centinaio di studenti dei licei Mazzini e Pacinotti, dell’Istituto superiore Capellini Sauro e dell’Istituto di istruzione superiore Cardarelli della Spezia.


SALUTO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE BRUZZONE
Prima di pronunciare l’indirizzo di saluto, il presidente del Consiglio regionale Francesco Bruzzone ha aperto la seduta chiedendo di osservare un minuto di silenzio in memoria dei caduti civili e militari della guerra di Liberazione e, inoltre, ha espresso per le vittime dell’attentato avvenuto ieri sera a Parigi. Quindi ha pronunciato l’indirizzo di saluto ai presenti.
«Il contributo che la Liguria ha dato alla causa della Resistenza – ha esordito - è stato talmente rilevante che ogni angolo di questa regione ha il suo pezzo di storia da raccontare, le sue vittime da ricordare, i suoi eroi da onorare. Per questo, animati da un profondo sentimento di gratitudine - ha proseguito - abbiamo deciso di dare rilievo ed evidenza allo sforzo compiuto da tutto un popolo per riscattare la dignità smarrita, portando l’omaggio del Consiglio regionale in ogni singola Provincia».
Il presidente ha quindi ricordato che l’anno scorso, nella stessa occasione, l’Assemblea si era riunita a Stella per celebrare anche il 120° anniversario della nascita di Sandro Pertini. «E’ con lo stesso spirito che oggi vogliamo condividere l’ossequio dovuto a quanti, anche qui alla Spezia - ha aggiunto - furono capaci di scelte coraggiose, di grandi idealità, di estremo eroismo». Rivolgendosi, dunque, agli studenti spezzini ha concluso: «L’aspirazione alla libertà ha illuminato il difficile cammino della Resistenza, ha alimentato la forza e il coraggio di tanti giovani che oggi vedete con i capelli bianchi. Quella libertà, sorella della democrazia, codificata dalla Costituzione repubblicana, può sembrare scontata agli occhi di chi in questa dimensione è nato e cresciuto, eppure tanto l’una quanto l’altra hanno bisogno del nostro e del vostro impegno personale e diretto per continuare a realizzarsi ogni giorno in modo più pieno».

ORAZIONE UFFICIALE DELLA PROFESSORESSA DANIELA PREDA
L’orazione ufficiale è stata tenuta da Daniela Preda, ordinario di Storia contemporanea presso l’Università degli studi di Genova.
La storica ha invitato ad una rilettura della Seconda Guerra Mondiale e, soprattutto, della Resistenza invitando a coglierne gli elementi sovranazionali anticipatori della futura Unione Europea. Secondo Preda «le stesse vicende belliche delimitano una sola Europa, che lotta per la pace»; in particolare nelle file della Resistenza si «crea un sentimento di appartenenza nuovo, allargato rispetto ai tradizionali confini statali, si affina in molti la coscienza di un destino comune dei popoli europei». In quegli anni, dunque, «il disegno per gli Stati Uniti d’Europa comincia a concretizzarsi in formulazioni istituzionali sempre più precise. Sono emblematiche in tal senso le lettere dei condannati a morte della Resistenza europea, in cui italiani, francesi, belgi sono accomunati da un sentimento comune: la pace, il rifiuto della guerra e degli Stati che la perseguono. Nello spezzino – ha sottolineato - non combattono solo liguri, toscani ed emiliani, ma anche sovietici, slavi, tedeschi antinazisti e inglesi». E le testimoniane di gruppi resistenziali affrontano in forma embrionale – ha aggiunto - i temi del futuro politico-istituzionale dell’Europa. «Anche in questo caso Spezia ci offre una bellissima, precoce, testimonianza: si tratta - ha aggiunto Preda - di due volantini diffusi nell’arsenale il 1° settembre 1943. Il primo auspicava la realizzazione di una Costituente nazionale e degli Stati Uniti d’Europa; il secondo ricordava il sacrificio di Matteotti e del professore spezzino Aldo Ferrari, che fu uno tra i maestri riconosciuti di molti europeisti».
Il docente ha ricordato altre figure che, in Italia e non solo, anticiparono i temi del federalismo diventando anche i simboli di una Resistenza internazionale: «Nella Resistenza nasce, dunque, anche una patria europea» ha aggiunto citando il savonese Carlo Russo, divenuto una delle personalità maggiori del CLN regionale, e, fra gli altri, il genovese Paolo Emilio Taviani. « I frutti di tutte queste esperienze si sarebbero raccolti più tardi. Non a caso dalle file della Resistenza proverranno in gran parte coloro i quali nell’immediato dopoguerra si batteranno strenuamente per l’unificazione dell’Europa». Secondo la studiosa «la Seconda Guerra Mondiale dimostra che l’ordinamento del mondo civile secondo il principio nazionale non era in grado di garantire la pace e la solidarietà universale» e lo Stato che nasce alla fine del conflitto «non è più il vecchio Stato nazionale sovrano». «Il 25 aprile – ha concluso - celebriamo la vittoria della libertà contro l’oppressione, ma anche l’emergere di una nuova concezione di Stato e delle relazioni internazionali. Oggi è necessaria una lettura unitaria delle tante Liberazioni per guardare al 25 aprile come grandioso fenomeno comune, una cesura fondamentale nella storia contemporanea resa possibile dal sacrificio di tutti coloro che combatterono per la pace e per la libertà».

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