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Acam Acque si difende: "Dopo alluvione servivano 16 milioni, ma c'erano poche risorse. Garantito servizio accettabile"

La direzione tecnica di Acam Acque intende fare chiarezza su alcune imprecise informazioni rese recentemente alla stampa in merito ai sistemi di acquedotto e di depurazione del comune di Calice al Cornoviglio per come riconfigurati e gestiti successivamente agli eventi alluvionali di ottobre 2011.

"Innanzi tutto teniamo a ricordare - precisa Fabrizio Fincato, direttore tecnico di Acam Acque - che il deficit infrastrutturale determinatosi a danno degli acquedotti, delle fognature e degli impianti di depurazione di Calice al Cornoviglio ammontava, subito dopo l'evento, a circa 2 milioni di Euro complessivi, suddivisi per metà tra acque potabili e acque reflue, mentre il fabbisogno stimato per la totalità dei comuni colpiti era pari a poco meno di 16 milioni di Euro.

A fronte di tale impressionante scenario e dell'oggettiva indisponibilità immediata di risorse disponibili a fronteggiarlo per intero, è del tutto evidente che l'Ente d'Ambito (cui spetta il ruolo prioritario di indirizzo e approvazione della pianificazione delle opere del servizio idrico integrato in rapporto alle risorse finanziarie disponibili dal gettito tariffario e/o attraverso finanziamenti straordinari) ha dovuto adottare, per le opere di ricostruzione, criteri e priorità che, in un'ottica di equità, adeguatezza e sostenibilità, mirassero a restituire al territorio dotazioni impiantistiche capaci di garantire a tutti, se non la piena restituzione del pristino stato (per il cui raggiungimento il fabbisogno è stato inizialmente stimato), almeno livelli di servizio accettabili in relazione agli standard di qualità previsti dalle normative vigenti.

Ed è appunto ciò che è stato fatto per Calice, così come per ogni altro comune alluvionato. Tra oneri di investimento (per opere di risanamento, di ricostruzione e di manutenzione straordinaria delle strutture afferenti al Servizio Idrico Integrato presenti a Calice) e spese di conduzione dovute a problematiche più o meno direttamente determinate dagli effetti degli eventi alluvionali, sono state impiegate risorse complessive per oltre 500.000 Euro.

Riguardo al segmento "acque reflue", alcune frazioni di Calice, prima del 25 ottobre 2011, erano servite da un sistema di collettori fognari centralizzati verso un unico terminale depurativo ubicato in località Terruggiara, andato completamente distrutto a causa delle devastanti dinamiche di frana dei versanti. Il sito del vecchio depuratore e la relativa viabilità di accesso, alla luce delle evidenze idrogeologiche emerse in occasione dell'evento alluvionale, hanno evidenziato una totale inadeguatezza ad accogliere manufatti fuori terra e, dunque, ad ospitare opere di riedificazione impiantistica.

Questa è la ragione per la quale si è optato per scelte depurative autonome per ogni frazione e delocalizzate rispetto al sito del vecchio depuratore, attraverso la realizzazione di nuovi separati sistemi di trattamento costituiti da sedimentazione primaria e digestione anaerobica a freddo (tipologia Imhoff), perfettamente in linea, in termini di tutela ambientale, con l'attuale normativa di riferimento (D lgs 152/2006 e Legge Regionale 43/95).

Grazie a questi criteri e ad un senso di equilibrio e responsabilità degli Enti e dello scrivente gestore, pur a fronte della limitatezza delle risorse disponibili in rapporto al fabbisogno complessivo necessario al recupero al 100% del pristino stato, si è dunque riusciti a garantire un servizio più che accettabile sia nella fase emergenziale sia in quella di assestamento e ricostruzione. E ciò grazie anche all'intervento fattivo del Comune e della Regione Liguria con la messa a disposizione di fonti di finanziamento straordinarie, anch'esse equamente distribuite tra i territori serviti in funzione del livello di indifferibilità oggettiva delle opere.

Riguardo ai dubbi sul livello di manutenzione e gestione degli impianti depurativi attuali, assicuriamo che ogni adempimento sia sul piano sostanziale che su quello formale è rispettato ed in linea con le norme e i riferimenti autorizzativi così come documentato anche dalle registrazioni "ambientali" obbligatorie.

In riferimento all'asserita mancanza di "controlli" sul comparto acquedottistico di Villagrossa, informiamo che i sopralluoghi periodici da parte degli addetti alla conduzione impiantistica avvengono ordinariamente con periodicità decadale e che, in ogni caso, è attivo un sistema di telecontrollo (rilevazione e regolazione da remoto di dati funzionali e di andamento funzionale) per 15 impianti (tra cui Villagrossa stessa). Sono inoltre attivi in continuo 6 impianti di disinfezione con sistema ad irraggiamento UV (lampade sottoposte a regolare manutenzione e peraltro sostituite di recente) e 6 impianti di disinfezione del tipo a sodio ipoclorito. Inoltre, con regolare periodicità vengono eseguite le misure di portata delle sorgenti onde ricavarne dati utili alla gestione del sistema acquedottistico (curve di esaurimento potenziale degli acquiferi, acqua immessa in rete, gestione delle perdite di rete, ecc.) Nello specifico, tra l'altro, proprio l'impianto di Villagrossa è stato analizzato recentemente in modo particolarmente approfondito in forza di un'anomalia rilevata nei rapporti tra portate transitate e volumi prodotti dalla sorgente Vedesa. Tale circostanza (segno, a nostro modo di vedere, di una gestione attiva dei controlli) ha consentito di rilevare induttivamente una perdita idrica in rete e di ripararla senza creare alcun disservizio all'utenza.

Riguardo infine ai controlli analitici sulla qualità delle acque potabili distribuite, basti a tranquillizzare i nostri utenti la circostanza in base alla quale nella sola frazione di Villagrossa sono stati analizzati a cura di Acam acque, da inizio anno ad oggi, ben 58 parametri complessivi, attraverso periodici accertamenti di laboratorio. Da tale attività è emersa una piena conformità (100%) dell'acqua erogata sia sotto il profilo microbiologico che chimico, ad ulteriore prova che gli interventi di manutenzione straordinaria realizzati nel post alluvione sulle opere di presa che alimentano l'acquedotto (sorgenti Bandita e Vedesa) e su parte delle adduttrici (tutte gravemente danneggiate dagli eventi alluvionali dell'ottobre 2011) sono state il risultato di un'oculata programmazione.

Ciò non esclude che possano continuare a sussistere difficoltà oggettive per la raggiungibilità con automezzi operativi dei vari siti impiantistici, ancora caratterizzati da una viabilità critica anche in forza di fenomeni di dissesto dei versanti tuttora in divenire; tuttavia le evidenze gestionali sopra indicate dovrebbero dimostrare che a tali difficoltà si sta cercando di porre rimedio con impegno e senso di responsabilità, pur nella consapevolezza di dover sempre tendere al miglioramento del servizio.

A tal proposito si coglie nuovamente l'occasione per ricordare a tutti i nostri utenti che le segnalazioni di anomalia e guasto, se effettuate con la massima tempestività al n. verde gratuito 800.80.40.83, attivo 24 h/ 24, consentono di agevolare e accelerare la risposta operativa di pronto intervento e magari anche di restituire, a chi si ponga legittimi dubbi sulle effettive modalità gestionali del servizio, un riscontro chiarificatore rispetto ad ipotesi interpretative fuorviate e fuorvianti".

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