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Genova, riapre la "Radura della memoria": 43 alberi per ricordare le vittime del Ponte Morandi In evidenza

Toti: "Voglio pensare che la tragedia del ponte Morandi porti a questa valle, come la tragedia della pandemia a questo paese, la voglia di ripartire, e ripartire di slancio."

 "Anche se ormai sono passati anni, tornare qui richiama il dolore e l'emozione di quei giorni. Se è emotivamente complicato per ciascuno di noi, per i familiari di coloro che da quel giorno non ci sono più è qualcosa di indescrivibile, ma è qualcosa che dobbiamo tenere sempre con noi come pubblica amministrazione quando pensiamo a questo ponte, a questo quartiere e a tutto quello che ci costruiremo intorno. Oggi la pandemia ha assorbito tutte le nostre energie e il nostro dolore, ma il ponte è stato un momento di grande difficoltà per la nostra comunità. E come tutti i momenti di difficoltà, se affrontati nel modo giusto e tutti insieme, diventano momenti di ripresa e di rilancio".

Lo ha detto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti in occasione della riapertura al pubblico della radura della memoria in val Polcevera, sotto il ponte San Giorgio. "È sempre successo nella storia dell'uomo: a momenti di difficoltà seguono momenti di fervore creativo - ha proseguito - Voglio pensare che la tragedia del ponte Morandi porti a questa valle, come la tragedia della pandemia a questo paese, la voglia di ripartire, e ripartire di slancio. Questo luogo ora è un cuore intorno al quale si deve costruire un organismo vivente: per questo ringrazio le imprese che sono qui e spero che siano di esempio per molte altre imprese: ora più che mai, in un Paese in difficoltà, devono sentire fortissima la responsabilità sociale dell'impresa che è scritta anche nella nostra Carta Costituzionale. Far ripartire un quartiere passa dal costruire luoghi come questi, che ricordano ciò che è successo ma proiettano anche nel futuro.

C'è bisogno di costruire molto intorno, c'è bisogno di un'idea, di un impianto urbanistico e il Comune lo sta progettando, c'è bisogno di grandi professionisti e qui stiamo impiegando i migliori, c'è bisogno che questa valle ritrovi la propria destinazione, la propria vocazione. Questa valle è stata il cuore industriale pulsante non solo di questa città, ma della crescita di un pezzo di questo Paese, di quel triangolo industriale che ha portato benessere all'Italia. Oggi quella vocazione si ritrova attraverso l'impegno della pubblica amministrazione e il profondo convincimento di tutto il tessuto imprenditoriale, industriale e sociale di questa città, che deve tornare a credere nella Valpolcevera come luogo di crescita e di sviluppo.

Credo che abbiamo imboccato la strada giusta: talvolta siamo stati più rapidi, talvolta meno, ma non abbiamo chiuso neanche un cantiere di quelli che erano aperti all'inizio dell'emergenza, neanche nei momenti più difficili. Questo dà la misura di quanto teniamo a veder decollare questo progetto per fare di questa valle un modello di crescita e di sviluppo. Lo dobbiamo a chi non c'è più ma anche a chi c'è ancora e vuole cogliere da questa tragedia un dato positivo. Lo dobbiamo alle tante persone che si sono spese perché questo ponte diventasse un esempio di buona amministrazione italiana. Se andiamo avanti con lo stesso passo e la stessa energia - ha concluso - i risultati non mancheranno".

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