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Biodigestore, presidio in via Rosselli per distribuire acqua all'ammoniaca

I comitati contro il Biodigestore si ritroveranno domani per un volantinaggio alla Spezia tra via Fratelli Rosselli e via Prione dalle 9:00 alle 13:00.

Foto d'archivio di una manifestazione del comitato No Biodigestore Foto d'archivio di una manifestazione del comitato No Biodigestore

"Alla Spezia c’è chi è convinto che un eventuale inquinamento della falda acquifera del Magra a seguito di un possibile incidente al biodigestore di rifiuti organici, che Iren vorrebbe costruire a Saliceti, non riguarda la città capoluogo", così in una nota il comitato "Sarzana, Che Botta!".

"Ne è ad esempio convinto l’assessore all’ambiente Kristofer Casati, che in consiglio comunale a novembre ebbe a dire che il Comune non attinge dai pozzi di Fornola alimentati da quella falda".

"Di diverso parere è, ad esempio, il direttore di Acam Acque, ingegner Fincato, che nella sua presentazione all’Atlante degli acquiferi realizzato dall’università di Genova con sei anni di rilevamenti e pubblicato nel 2009 dalla società di via Picco, allora interamente di proprietà pubblica, metteva in guardia dalla vulnerabilità della falda e dal rischio di perdere l’unica risorsa potabile per 150.000 spezzini".

"Per richiamare la sensibilità degli spezzini al problema del grave rischio d’inquinamento della falda i comitati No Biodigestore Saliceti, Sarzana, che botta!, Acqua Bene Comune e le associazioni Legambiente, Italia Nostra, Cittadinanzattiva hanno organizzato per domani mattina dalle 9 alle 13 un presidio tra via Fratelli Rosselli e via Prione per documentare con cartelloni e un volantino sul rischio a cui l’approvazione dell’impianto da 90.000 tonnellate di rifiuti organici (60.000 provenienti da Genova) esporrebbe la falda xel Magra che alimenta i pozzi".

"Ai cittadini verrà anche simbolicamente offerta acqua attinta da una brocca dove saranno diluiti 5 milligrammi di ammoniaca".

"Il rischio d’incidente non è stato escluso neppure nella consulenza attivata da Recos. Il professor Ronchetti dell’università di Reggio Emilia, in uno studio durato cinque mesi, sostiene che l’inquinante verrebbe diluito dalla portata della falda. Il professor Raggi, uno degli studiosi più accreditati del Magra, ha replicato che è come affidare la potabilità dell’acqua degli spezzini a Madre Natura: la percentuale di diluizione dipenderebbe dalla portata della falda".

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