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Le Cinque Terre: un laboratorio di esperienze umane e ricerche scientifiche (Video) In evidenza

Un innovativo progetto pilota, studiato per monitorare la qualità delle foreste di gorgonie, ha portato nell'Area Marina Protetta delle Cinque Terre gli scienziati dell'Istituto di ricerca Chorus di Grenoble e dell'Observatoire
Océanologique de Banyuls-sur-mer.

 

In questo ultimo fine settimana a cavallo tra luglio e agosto, chi va per mare lungo la costa che interessa l’Area Marina Protetta nel Parco Nazionale delle Cinque Terre potrebbe incrociare un gommone del Parco con a bordo sub pronti all’immersione e qualcuno al loro fianco con un quaderno per gli appunti. Qui, nell’ambito del più ampio Santuario dei Cetacei Pelagos del quale le Cinque Terre fanno parte, nel periodo che più interessa anche il passaggio di delfini, zifi e capodogli e, non ultimo balenotteri (è di questa settimana un avvistamento al largo di Riomaggiore), anche scienziati e ricercatori di Istituti di fama internazionale hanno “esplorato” i nostri fondali alla ricerca di suoni.

L’equipaggio, accompagnato dagli operatori dell’Area, altro non è che una rappresentanza dei ricercatori dell'Istituto di ricerca Chorus, con sede a Grenoble, e dell'Observatoire Océanologique de Banyuls-sur-mer che, coadiuvati dai tecnici del Parco e dai centri diving autorizzati Punta Mesco di Levanto e Associazione Diving 5 Terre di Riomaggiore, stanno concludendo la prima fase di monitoraggio scientifico, che terminerà il prossimo lunedì 3 agosto, volto all’analisi dei dati acustici e demografici delle foreste di gorgonie presenti in pareti sottomarine dell’Area Marina Protetta.

In altre parole, l’équipe di Chorus e un gruppo di lavoro del Centre national de la recherche scientifique (CNRS), la più grande organizzazione di ricerca pubblica in Francia, stanno registrando i suoni che animano alcuni punti in acque profonde fino a 50 metri nelle zone antistanti Montenero e Punta Mesco, di particolare interesse biologico.

Per chi naviga sulla superficie è difficile immaginare che sotto di sé si possano trovare foreste di gorgonie, pareti estese dove questa specifica famiglia di coralli (Alcyonacea) dà vita a vere e proprie foreste che, al pari di quanto avviene in terra, non sono solo ricche di vita ma potrebbero anche essere attrattive per quelle specie che si trovano nell'habitat coralligeno, prime fra tutte aragosta, magnosa, corvina, dentice, cernia bruna che qui potrebbero trovare un habitat accogliente.

 

Un progetto iniziato la scorsa primavera in una situazione “ideale” in cui, durante in lockdown, è stato possibile condurre il monitoraggio dei suoni in assenza di quei rumori antropici – così come li chiamano i ricercatori – che inevitabilmente animano l’Area Marina Protetta in situazioni “normali”. Per 15 giorni allora, e poi di nuovo per altrettanti giorni in questo mese di luglio, i ricercatori hanno potuto tracciare, con apparecchiature sofisticate, una sorta di mappatura acustica dei fondali, facendo dello specchio di mare interessato dal Parco Nazionale delle Cinque Terre un vero e proprio «laboratorio di esperienze umane e ricerche scientifiche», così come ha sottolineato la presidente Donatella Bianchi.

La presidente del Parco, a consuntivo di questa prima parte del progetto, ha commentato il lavoro svolto fino a oggi con particolare soddisfazione perché denota «come il mare delle Cinque Terre , con la sua ricchezza di biodiversità e vita sottomarina, richiami sempre di più l’interesse dei ricercatori che, attraverso le indagini subacquee, ci aiuteranno a raccontare e valorizzare l’immenso valore naturalistico e la bellezza che lo contraddistinguono».

Indagini volte non solo a monitorare, ma anche a valorizzare luoghi unici che, al pari di quanto avviene per le barriere coralline tropicali, hanno un’impronta sonora generata dalle foreste stesse di gorgonie e quindi di invertebrati e pesci agli stadi giovani, che in questi spazi trovano il proprio habitat di elezione.

Immagini già svelate ai subacquei più esperti; mappe, suoni e algoritmi che diventeranno patrimonio di tutti gli appassionati di mare, natura e bellezza, oltre che uno strumento per raccontare l’unicità e la vita delle Cinque Terre.

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