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Biodigestore, audizione in Regione: "Perché Iren dà per scontata l'approvazione?" In evidenza

I comitati: "Costa 9 volte di più di un impianto di compostaggio, conviene solo all'azienda".

Da settimane sulla propria pagina Facebook Iren sta esaltando il progetto di biodigestore a Saliceti. Che l’oste dica che il suo vino è buono, è nell’ordine delle cose. Meno accettabile è che Iren dia per scontato che la Regione approverà il progetto, che indichi i tempi di realizzazione dello stesso.

Questa sicurezza sta irritando i comitati: è in linea con l’annuncio che l’amministratore di Recos Stretti fece il 31 maggio dello scorso anno a Ponzano, quando proclamò che a Saliceti sarebbe sorto un biodigesdtore da 80 mila tonnellate.

La Provincia e la Regione dovevano ancora approvare i Piani d’area provinciale e di ambito regionale. L’approvazione avvenne due mesi dopo, il 6 agosto a conclusione della procedura di VAS: (Valutazione Ambientale Strategica) biodigestore da 60 mila tonnellate a Boscalino al servizio anche del Tigullio.

Il sito di Boscalino fu indicato proprio grazie a Recos, che ripropose in quella sede un proprio progetto allegato alla gara vinta due anni prima. L’assessore all’ambiente Giacomo Giampedrone il 9 agosto ribadiva: “Il progetto Recos ha superato le perplessità di Arpal. Il sito è Boscalino”. Di tutto questo Recos se ne frega nel silenzio della politica.

I Comitati NoBiodigestore Saliceti, Sarzana, che botta! e l’associazione Acqua Bene Comune andranno a chiedere domani, lunedì, in Regione a Genova in una nuova audizione in Commissione ambiente chi decide la politica dei rifiuti in Liguria: gli organi elettivi o Iren?

Ma non sarà l’unica domanda. Ce ne sono due più pesanti. Perché costruire un impianto che presenta rischi per la falda, rischi sanitari per le emissioni batteriologiche in un sito indicato “critico” dai Piani sui rifiuti dal 2003 al 2015 e neppure preso in considerazione in sede di VAS? Solo perché conviene a Iren?

E poi c’è la questione dei costi, che si traducono in bollette TARI salate per i contribuenti. I costi si collegano con la tecnologia scelta. Il trattamento anaerobico (senza ossigeno) dei rifiuti organici per produrre gas metano e concime come a Saliceti costano nove volte di più degli impianti di solo compostaggio. Per Saliceti Recos presenta un conto d’investimento di 55 milioni. Gli impianti di compostaggio adeguati per le esigenze della nostra provincia costano tra i sei e i nove milioni. Dov’è la convenienza per gli spezzini?

I Comitati porteranno gli esempi già in funzione da San Marino a Nuoro o in progettazione come nel Lazio. Sottolineano che fanno un lavoro di ricerca che avrebbero dovuto fare Comuni, Province e Regioni attraverso i loro uffici.

Il vantaggio – osservano i comitati con i dati forniti dalla stessa Recos – è tutta di Iren, che incasserà tra prezzo pagato da Snam per il metano immesso in rete e, soprattutto, per i ricchi incentivi dello Stato, 4,8 milioni di euro l’anno per dieci anni.

Gli incentivi sono denari dei contribuenti, che pagheranno anche le bollette TARI. Dunque agli spezzini i rischi ambientali con l’off gas (anidride carbonica) immesso in atmosfera, sanitari per i batteri e il rischio gravissimo per la falda acquifera. A Iren i profitti. Domani e nei prossimi mesi i Comitati chiederanno alla politica di fare la sua parte senza nascondersi dietro scelte tecniche a un’unica direzione.

No Biodigestore, Comitato Sarzana, che botta! e Acqua Bene Comune

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Comitato Sarzana, che Botta!

Via XX Settembre, 51
19038 Sarzana SP

Tel. 338 1585006

E-mail: sarzanachebotta@gmail.com

www.sarzanachebotta.org

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