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Lerici, 200 persone in piazza per manifestare a sostegno del Parco In evidenza

L'appello di Legambiente: "Non chiudiamolo, facciamolo diventare nazionale".

Nonostante la pioggia, questa mattina c’erano duecento persone in piazza Garibaldi a Lerici per manifestare contro la proposta di legge, che verrà discussa domani in commissione ambiente in Regione Liguria, che prevede l’abolizione dell’Ente Parco Monte Marcello Magra Vara.

Insieme a Legambiente Liguria erano presenti oltre a tanti cittadini, Italia Nostra, Vas, WWF, LIPU, Libera La Spezia, Fridays For Future, Blue Life, Sarzana che botta, Laboratorio Palmaria, Cai La Spezia e Cai Sarzana, Palmaria si Masterplan no, Associazione Posidonia, Federparchi, Cgil, Uil, Arci Val di Magra e Comitato No Biodigestore.

“Ci risiamo - ha dichiaro Stefano Sarti, vicepresidente di Legambiente Liguria - Non contento di aver osato proporre la chiusura del Parco Naturale Regionale di Montemarcello Magra Vara, il Consigliere Regionale Andrea Costa ora ci riprova camuffando la cosa con un passaggio di competenza alla Provincia che non ha senso in assoluto: perché non c’è una Provincia che governa un Parco in tutto il Paese, perché la Legge 394 non lo prevede e perché la Provincia non ne ha le competenze, e non ha più nemmeno le strutture. Il Parco deve rimanere autonomo con poteri sovraordinati ai Comuni. Questo passaggio alla Provincia post svuotamento poteri, senza più nemmeno la Polizia Provinciale, equivale ad abolire il Parco”.

Sarti spiega come forse “qualche Sindaco, ispirato dal Masterplan Palmaria, senza sensibilità ambientale, e anzi insofferente alla tutela ambientale che non gli compete, possa volere aprire la via alla presunta “valorizzazione” del territorio alias colata di cemento. Forse - continua - si vuole ridare sabbia di prima qualità al ciclo del cemento da rilanciare nonostante la fisiologica crisi dell’edilizia in un territorio dove lo stop al consumo di suolo dovrebbe essere immediato, e dove il fiume è in erosione. Oppure per usare le aree perifluvuali per fare nuove capannoni in aree alluvionali o ex alluvionali. Le quali oltretutto non sono ex perché la messa in sicurezza totale dal rischio idraulico è un utopia, e al massimo si può perseguire la riduzione del rischio”.

“Tutto questo senza scordarsi della nautica: si vuole forse fare arrivare gli yacht ai ponti di Sarzana invece di respingerli sotto la Linea di Navigabilità, che sparirebbe insieme al Parco, al contrario di quanto previsto invece dal Piano del Parco. Inoltre non ci sarebbe più alcuna ricollocazione dei frantoi”.

Chi era un piazza oggi ha ribadito la necessità di un Ente Parco pienamente autonomo e operativo. E’ stato ancora ricordato che nel 2015 la giunta regionale ha indebolito il sistema dei parchi liguri con una nuova legge - che attende di essere giudicata per la sua incostituzionalità - che ha tagliato 540 ettari di parco.

“Ci sono anche 43 discariche da bonificare e un biodigestore da fermare, e la regia non può essere che dal Parco. Un Parco che, come chiesto da Legambiente dovrebbe diventare Nazionale con in più la parte Toscana del bacino, altro che essere abolito!”, conclude Stefano Sarti.

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