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Falde acquifere e progetto del biodigestore: uno studio voluto da Acam Acque farà chiarezza In evidenza

La Società si affida a uno dei maggior esperti italiani: "La salvaguardia delle fonti è il nostro obiettivo primario".

In relazione a quanto recentemente apparso sulla stampa locale, con particolare riferimento al dibattito intervenuto nell'ambito dell'inchiesta pubblica relativa alla realizzazione dell'impianto spezzino di trattamento della frazione organica del rifiuto urbano, ACAM Acque intende ribadire che la salvaguardia delle aree di captazione dell'acqua potabile è suo compito ed obiettivo primario, quale gestore del servizio idrico integrato della provincia della Spezia.

 

Quale titolare di questo servizio pubblico essenziale, ACAM Acque controlla, da più di 50 anni, la qualità, la quantità e le caratteristiche fisico-chimiche dell'acqua captata e distribuita a circa 150mila utenti spezzini ed ha sempre ritenuto essenziale sviluppare ogni approfondimento che garantisse la migliore conoscenza dello stato dell’acquifero, ai fini dell’adozione delle più appropriate misure a salvaguardia dello stesso.

La società ha promosso ed elaborato in questi anni, in collaborazione con enti universitari e di ricerca, molteplici studi relativi agli aspetti geologici, idrogeologici ed idraulici dell’acquifero del fiume Magra, il comportamento della falda, la più opportuna e funzionale ubicazione dei pozzi di emungimento idrico e le relative reti di trasporto e di distribuzione, garantendo così una fruizione corretta e rispettosa della risorsa idrica, con margini soddisfacenti di sicurezza dei cittadini e di tutela dell'ambiente.

Da oggi ACAM Acque annovera, fra i suoi consulenti e collaboratori, il professore Giovanni Pietro Beretta, ordinario di Idrogeologia e Idrogeologia Applicata all’Università Statale di Milano, al quale ha affidato l’incarico di aggiornare l'analisi dell’acquifero del Magra e del comportamento della falda nelle diverse condizioni di utilizzo, allo scopo di produrre una valutazione approfondita del grado di vulnerabilità della stessa, evidenziando ed individuando, soprattutto, le opportune misure a tutela e salvaguardia delle principali fonti di alimentazione dell’acquedotto spezzino.

Giovanni Pietro Beretta, negli ultimi quindici anni, è stato titolare di corsi di studio e docente in master post-lauream in materia di gestione della risorsa idrica, qualità dell’acqua, bonifica siti e biomonitoraggio, oltre a vantare numerosissime pubblicazioni scientifiche e la partecipazione a gruppi di ricerca del CNR e di altre primarie istituzioni scientifiche: tale curriculum ne fa oggi una delle massime autorità della idrogeologia italiana, con specifico riguardo alle tematiche afferenti la vulnerabilità e la salvaguardia delle falde acquifere.

Con questa scelta, Acam Acque conferma l’approccio consapevole ed approfondito con il quale ha da sempre affrontato il tema della salvaguardia e della tutela delle fonti di approvvigionamento: dovere indiscutibilmente prevalente, rispetto ad ogni altra attività, per il gestore del servizio idrico integrato.

Con il supporto dello studio commissionato al professor Beretta, Acam Acque sarà in grado di esprimere, nel modo più consapevole e fondato, la valutazione su tutti i progetti e le iniziative, civili ed industriali, che in qualsiasi modo possano interagire con le zone pozzi principali dell’acquedotto spezzino, a partire dalla prossima conferenza di servizi indetta sul progetto dell’impianto spezzino di trattamento del rifiuto organico.
Ciò è, fra l’altro, espressamente richiesto e previsto dal Piano regionale di Tutela delle Acque e può rappresentare, per il presente ed il futuro, un nuovo strumento di azione concreta messo a disposizione di tutti gli enti pubblici locali per le procedure autorizzative di loro competenza.


Acam Acque

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