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È possibile un'economia senza carbone? In evidenza

Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e della rivista QualEnergia, ha presentato il suo libro "Due gradi. Innovazioni radicali per vincere la sfida del clima e trasformare l'economia" nell'auditorium dell'Istituto Superiore Cardarelli.

Un'iniziativa organizzata dall'Associazione Culturale Mediterraneo, inserita nel programma del Comune della Spezia "La Smart City alla sfida del cambiamento climatico". Il 2016 è stato l'anno più caldo, ha detto lo scienziato, ma "l'economia decarbonizzata è possibile": "Dal 2014 a oggi abbiamo avuto a livello mondiale un livello di emissioni climalteranti stabile, quindi si è arrestata la crescita. L'economia è invece cresciuta del 3% nello stesso lasso di tempo. E' in atto dunque un disaccoppiamento tra crescita economica e emissioni. Non basta, bisogna ridurre ancora le emissioni, ma è un segnale importante". "Basti pensare -ha aggiunto- che l'Arabia Saudita ha in mente un piano da 2mila miliardi di dollari per programmare l'era post petrolio e che la Cina punta ad arrivare a una produzione di elettricità totalmente basata sulle rinnovabili entro il 2050. In Brasile l'eolico è già oggi più conveniente delle centrali tradizionali, mentre in Cile una centrale eolica ha proposto a un'asta energetica un prezzo che era la metà rispetto a quella della concorrente a carbone. Sta cambiando il mondo e chi si vuole opporre deve sapere che è troppo tardi. Ecco perché sarà difficile per Trump attuare il suo programma di riapertura delle centrali a carbone".
E l'Italia? Silvestrini ha parlato di una "gestione scomposta e altalenante", in ritardo rispetto agli altri Paesi europei. "In questo momento si sta rivedendo la Strategia Energetica Nazionale, con una prospettiva più lunga che guarda fino al 2050, che in campo energetico non è una data molto lontana. I tedeschi hanno segnato la strada avviando un programma di ascolto a livello dei Lander, sulla base del quale sono stati elaborati dei modelli che hanno permesso al Governo di lavorare su 97 proposte concrete. Proposte arrivate dal basso e non viceversa: non si può creare un documento a livello governativo e poi fare una mera consultazione nei territori". Ancora: "Non può essere un singolo Ministero a fare un piano energetico, perché il tema coinvolge troppi ambiti. Io avvierei oggi un processo di consultazione in tutta Italia, con una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio che poi cercherebbe il confronto con tutti i Ministeri interessati, dall'economia ai trasporti e così via. D'altra parte queste sono scelte che hanno a che fare con il modello di sviluppo che vogliamo imprimere a tutto il Paese".
Tante le indicazioni per una trasformazione ambientale che parta dalle città: energie rinnovabili, efficienza energetica, riqualificazione spinta del patrimonio edilizio, auto elettrica e car sharing. Servono poi, ha concluso Silvestrini, "cittadini intelligenti", capaci di cambiare i modelli comportamentali e gli stili di vita.

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