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Bar Lamia, la memoria storica di Porto Venere messa all'asta In evidenza

Di Elena Voltolini - "Un esproprio in regola": non usa mezzi termini Carolina Lamia, figlia e nipote di Massimo e Vincenzo Lamia, proprietari del bar in Calata Doria a Porto Venere, una vera e propria "istituzione" del borgo, in merito alla decisione del Comune di mettere il locale all'asta.

Il bar venne inaugurato nel 1929 ed in breve divenne uno dei punti di riferimento del paese, centro della vita culturale di Porto Venere, non solo "semplice" attività economica. Da salotto buono a sala jazz a fulcro del jet set; da qui sono passati grandi firme e volti noti: dai poeti ai calciatori, rispecchiando anche i cambiamenti in atto nella società.

"Il bar Lamia – sottolineano i proprietari dell'attività – ha un grande valore culturale, oltre che economico ed affettivo, non solo per la nostra famiglia ma anche per tutti i portoveneresi. In fondo questo è un piccolo borgo, ci si conosce tutti e quasi tutte le famiglie che vivono qui hanno avuto negli anni un parente che ha lavorato nel bar".

Sì, perchè in gioco c'è il futuro dell'attività, ma anche dei dipendenti, per un totale di 12 persone. "Nessuna garanzia c'è nel bando – sottolineano i proprietari – affinché siano mantenuti i contratti di lavoro in essere".

Ma andiamo con ordine e ricostruiamo con i Lamia tutta la vicenda.

Come detto, il bar nacque nel 1929, ovvero 77 anni fa. Passione, dedizione e lavoro hanno permesso all'attività di crescere e diventare tutt'uno con il paese. Anno dopo anno, generazione dopo generazione, il locale, di 57 metri quadrati, ha assunto la propria identità, diventando a suo modo un simbolo del borgo ed una sua memoria storica.
Quel locale è sempre stato di proprietà del demanio, demanio con il quale la famiglia Lamia aveva un regolare contratto d'affitto, 6 anni +6, come consuetudine. Il canone è progressivamente aumentato, anche grazie alle migliorie che la famiglia stessa apportava al bar e ne incrementavano il valore, sino ad arrivare a 20.000 euro. Questo sino al 2015, quando il contratto è scaduto. Nel 2016 il bene è passato dal demanio al Comune di Porto Venere. Poi, poco prima dello scorso Natale, ai fratelli Lamia è arrivata una lettera che avvisava che il bene sarebbe stato messo all'asta.

"Un fulmine a ciel sereno per noi – raccontano i Lamianon pensavamo potesse andare così. Credevamo che non ci fossero problemi a rinnovare il contratto, siglandolo con il Comune invece che con il demanio, il quale, tra l'altro, aveva in qualche modo perorato la nostra causa, evidenziando, nel momento del passaggio del bene all'amministrazione portovenerese, come lo stesso fosse stato curato e manutenuto dalla nostra famiglia. Certo, ci aspettavamo un aumento del canone, ma assolutamente non avremmo mai pensato che il locale ci sarebbe stato portato via".

Ma il diritto di prelazione? "Non c'è – prosegue la famiglia – proprio per quell'anno di passaggio dal demanio al Comune, con il contratto in proroga".

E ora? Il bene andrà all'asta; l'iter è già delineato ed i tempi molto stretti. L'asta è infatti fissata per le 11 di lunedì 30 gennaio; un'ora prima, alle 10.00, scadono i termini per la presentazione delle offerte. Il canone di locazione sarà di 25 mila euro, il contratto di affitto di 6 anni + altri 6.

"Un finale davvero amaro: per la decisione, perché si leva alla nostra famiglia una attività che abbiamo costruito dal nulla e al borgo uno dei suoi luoghi storici, che potrà finire nelle mani di chiunque; ma anche per le modalità. Noi sino a poco prima di Natale, quando ci è arrivata quella lettera, non sapevamo nulla, eravamo tranquilli. Ci saremmo aspettati, almeno, un trattamento diverso da parte dell'amministrazione. Questo è un borgo in cui ci conosciamo tutti, come una grande famiglia, ed in una famiglia non ci si tratta così. Si passa sopra alla memoria storica del borgo e si affiderà al miglior offerente non solo il destino dell'attività ma anche quello delle famiglie che grazie ad essa vivono".

"Ovviamente noi  speriamo che il sindaco annulli il bando e che si segua un'altra strada, che tuteli tutti. Intanto abbiamo lanciato una petizione online perché sappiamo che molti, in paese, sono dalla nostra parte e vorremo che si potesse sentire la nostra voce unita alla loro. Se poi le cose andranno, invece, come temiamo, non escludiamo di rivolgerci agli avvocati".

Cliccando qui potete leggere e firmare la petizione.

 

La replica del Comune di Porto Venere
L'amministrazione comunale, a seguito della pubblicazione dell'avviso di messa all'asta, così chiarisce la procedura adottata e la propria posizione:

- In data 08/11/2016, a seguito di decreto del direttore regionale dell'Agenzia del Demanio Direzione Regionale Liguria prot. nr. 2016/12235/DR, il Comune di Porto Venere è entrato in possesso dell'immobile a uso commerciale – pubblico esercizio sito in Piazza della Marina, 4 – Calata Doria;
- Perfezionata l'acquisizione, l'ente si è attivato per verificare la situazione contrattuale degli attuali occupanti accertando che, a seguito della scadenza del contratto con l'Agenzia del Demanio intervenuta in data 31/12/2015, non si era proceduto ad alcun rinnovo, nemmeno provvisorio, configurandosi di conseguenza, per l'anno 2016, una situazione di occupazione senza titolo dietro pagamento di un corrispettivo annuo;
- Accertato ciò, l'Amministrazione non si è potuta esimere dall'intervenire per regolare correttamente la concessione del proprio locale e quindi, trattandosi di immobile pubblico, è stato necessario avviare una procedura a evidenza pubblica, come previsto dalla normativa vigente;
- Si rammenta che avviare una gara pubblica non è stata una scelta discrezionale dell'Amministrazione, ma un preciso adempimento agli obblighi di legge;
- L'Amministrazione Comunale ha quindi operato nell'unico modo consentito, in ossequio ai principi di trasparenza e di imparzialità dell'azione amministrativa, principi che sicuramente ogni cittadino vorrebbe fossero applicati in ogni situazione.

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