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"Il grande Erzia. Riconoscimento e tragedia": presentazione del libro sullo scultore russo In evidenza

Si terrà Martedi 17 Gennaio 2017 alle ore 16:30 la presentazione del libro "Il grande Erzia. Riconoscimento e tragedia" presso la Sala Conferenze del Circolo Ufficiali Marina Militare, "Vittorio Veneto", Viale Italia 2.

L'evento sarà introdotto dal Contrammiraglio Eugenio La Maestra, la presentazione sarà curata dalla Dottoressa Marzia Dati ricercatrice e studiosa di arte russa, insegnante di lingua e letteratura inglese, svolge attività di docenza di lingua e letteratura russa.

E' stata insignita del Premio "Donna dell'anno impegnata nella diffusione della cultura", dall'istituto americano American Biographical Institute del North Carolina. Dal 2008 rappresenta in Italia la Fondazione Internazionale delle Arti Stepan Erzia di Mosca.
Il volume Il Grande Erzia. Riconoscimento e tragedia di Juri Paparov, è stato pubblicato in lingua italiana nel maggio 2015.


Il libro, uscito a Mosca nel 2007 e in lingua spagnola a Buenos Aires nel 2010, è il risultato di un'operazione culturale italo-russa che ha visto la partecipazione di enti e istituzioni italiane e russe. Il libro è il resoconto storico e biografico del grande scultore russo Stepan Erzia (1876-1959) che si è formato in Italia agli inizi del Novecento. La Spezia ha ospitato il grande scultore negli anni 1913-1914, dove ha lasciato tracce importanti del suo passaggio.


Il libro, oltre a raccontare la vita di questo straordinario artista, permette al lettore di approfondire la storia della Russia e dei principali movimenti artistici che hanno segnato la storia culturale e artistica di questo straordinario paese.


Stepan Erzia è sicuramente uno tra i più interessanti scultori del Novecento russo, particolarmente dinamico per vitalità ed energia che manifesta nei suoi spostamenti per il mondo: partito dal cuore della Russia, esattamente dalla Mordovia, sua terra natale, giunse a Mosca. Successivamente dalla capitale dell'allora Impero zarista partì per l'Italia, dopo il suo primo soggiorno italiano, andò in Francia, per fare nuovamente ritorno in Russia.

Riparte per l'Italia, dopo una beve pausa a Parigi, partì per l'Argentina dove rimase per ben ventitré anni, tornò in Unione Sovietica dove morì nel 1959. Il suo dinamismo si esprime anche nella sua poliedrica capacità di trasformare la materia caricandola di forte pathos con un'intensa drammaticità. La sua arte è espressione della terra in cui è nato e che le ha dato una sorta di imprimatur artistico.

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