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Legge sui rifiuti, M5S: "La nostra vittoria e l'ipocrisia del PD" In evidenza

In queste ore si è parlato troppo – e non sempre con cognizione di causa – della legge sui rifiuti approvata ieri in consiglio regionale.

Facciamo un po' di chiarezza, partendo dai dati:
1. La Liguria ha un'elevata produzione pro capite di rifiuti: +14% rispetto alla media nazionale.
2. Nel 2013 è stata la regione dal più alto costo pro capite per gestione, raccolta e smaltimento dei rifiuti: 201,69 euro l'anno (dati ISPRA).
3. Nella nostra regione è mancata completamente una strategia complessiva sulla gestione dei rifiuti.

 

Queste considerazioni non sono del MoVimento 5 Stelle, ma provengono dagli esiti della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali ad essi correlati.

Aggiungiamo noi uno spunto di riflessione: in media la Liguria non va oltre al 33% di raccolta differenziata (dati dell'Osservatorio regionale sui Rifiuti). Nel 2014, tanto per rinfrescare un po' la memoria, il testo unico ambientale 152/2006 poneva come obiettivo a livello nazionale il 65% entro il 2012.

È da qui che bisogna partire, da questa impietosa e imbarazzante istantanea sulla gestione dei rifiuti nella nostra regione, che trova precise responsabilità politiche nelle amministrazioni di centrosinistra e centrodestra. Troppo spesso tese a salvaguardare interessi che tutto hanno a che vedere tranne che con la collettività.

Il disegno di legge proposto dalla giunta Toti (oggi legge) - che già avevamo criticato in commissione per diversi limiti strutturali del testo - punta ad aumentare i livelli di riciclo, in linea con la Direttiva europea 2008/98/CE che sottende un naturale aumento della raccolta differenziata necessaria per raggiungere una quota riciclo del 50% entro il 2020.

Noi, come MoVimento 5 Stelle, siamo riusciti ad includere alcuni nostri emendamenti sia in commissione che in consiglio, in particolar modo sui piani di compostaggio, le misure di raccolta differenziata per il recupero di materia e la filiera trasparente dei rifiuti. Tutti temi che fanno parte da sempre dei principi ispiratori del M5S.

Cosa resta? Un provvedimento che potrebbe avere ricadute negative sui contribuenti, attraverso la sanzione per il mancato raggiungimento di livello di riciclo, se le province e i comuni guidati dalle varie amministrazioni non si attiveranno per cambiare la rotta. Parliamo, peraltro, di quegli stessi comuni che oggi fanno pagare nella TARI tariffe più alte a causa dell'Ecotassa per lo smaltimento in discarica.

Dal nostro punto di vista, tutto questo non è sufficiente. La strada deve essere quella della strategia Rifiuti Zero e, quindi, concepire un vero e proprio ciclo virtuoso del rifiuto, da materiale da smaltire a risorsa per i cittadini e la collettività. La nostra regione non può tollerare discariche e inceneritori, come vorrebbe il governo Renzi, leader di quel partito, il Pd, che a livello regionale sbraita, abbaia e vota contro la legge, ma è lo stesso che ci ha governato per dieci anni, lasciando in eredità una gestione arcaica del ciclo dei rifiuti e quell'imbarazzante 33% alla voce raccolta differenziata.

Noi rifuggiamo dalla vecchia politica e ci prendiamo volentieri l'onere di vigilare su questa legge, vedere se funziona, se è dannosa, e se ci saranno gli spazi per migliorarla. In attesa di essere noi al governo, il tempo è galantuomo.

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