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Cinghiali, Alessandro a Bonanini: “Ha aperto stagione venatoria... contro il Parco” In evidenza

Risposta ad Antonio Bonanini, direttore Ambito Territoriale di caccia, di Vittorio Alessandro, presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre - Il Signor Bonanini ci sembra uomo di ruvida schiettezza e, abbiamo visto, di poche parole (qui).

Allora con pari schiettezza gli diciamo, se non lo avesse ancora capito, che neanche a noi piace la situazione dei cinghiali alle Cinque Terre (chissà come sarà arrivata qui da noi questa specie di suini non indigena, così prolifica e dannosa).
Non ci piace doverla affrontare in un territorio così difficile, non ci piace che il prezzo più alto venga affrontato dagli agricoltori, però non accettiamo critiche infondate.
Egli pubblica, per esempio, la foto di reti lasciate a disposizione per le ulteriori recinzioni rispetto a quelle già previste e realizzate dal Parco.
Tra queste non ci sono i 300 metri di Schiara dalla monorotaia al mare, perché - Bonanini lo sa benissimo - sono un tratto di costa molto scosceso con ripide falesie e zone franose, dove la posa di una recinzione costituirebbe un'impresa. Nella zona della fotografia, invece, le reti sono state posizionate, e con ottimi risultati.
Il signor Bonanini mette poi mano ai numeri, e allora è doveroso che egli ci offra anche qualche precisazione su quei dati.
Nella stagione venatoria 2013 - 2014 venne assegnato all'Ambito Territoriale Caccia (circa 88 mila ettari) un obiettivo di 4 mila capi da abbattere, invece ne vennero abbattuti soltanto 2.259.
Nella successiva stagione venatoria, inaspettatamente, l'obiettivo dei cinghiali da abbattere, piuttosto che aumentare (dato il mancato risultato della stagione precedente), è stato portato a 3 mila, neanche quello raggiunto.
Nell'anno in corso, dice lo stesso Bonanini, fuori dal Parco (ripeto, quasi novantamila ettari) sono stati abbattuti 200 cinghiali, ma nei 3.872 ettari del Parco ne sono già stati eliminati circa 70.
Proviamo a fare una proporzione di efficienza? Lascio il facile calcolo al mio cortese interlocutore.
C'è una cosa, però, che continuo a non capire: il motivo per cui il Direttore dell'Ambito Territoriale Caccia della La Spezia abbia aperto una stravagante stagione venatoria nei confronti  del Parco Nazionale.
Forse perché non ha cose più importanti a cui pensare - come lui dice, con delicata ironia, rivolto a me.
Oppure ha un'idea che non confessa: aspettiamo con ansia che la dichiari, così tutti potremo capire di più. (24 settembre)

 

 

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