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"Non come tutti", il libro di Pagano infiamma la sinistra a Lerici e Sarzana. Cofferati sugli scudi In evidenza

Il popolo di sinistra si è ritrovato a Lerici e a Sarzana, riempiendo prima la sala dell'hotel Shelley e poi la sala della Repubblica, per partecipare alla presentazione del libro di Giorgio Pagano "Non come tutti" e al confronto tra l'autore, Sergio Cofferati, Marco Fumagalli e Andrea Ranieri. Erano presenti esponenti del Pd, di Sel, di Rifondazione, della Cgil, di Legambiente, dell'Anpi e di tanti comitati e associazioni, e molti cittadini. 

Marco Fumagalli, dirigente di Sel, ha descritto il libro come "pieno di passione e di speranza" e "capace di combattere il conformismo neoliberista". Pagano "fa una critica serrata alla sinistra ma nel contempo manifesta ottimismo, fondandolo sulla lettura dei nuovi fermenti sociali e culturali" e "chiede che a questi fermenti si dia una risposta politica, costruendo un nuovo soggetto della sinistra". "E' una necessità urgente -ha concluso Fumagalli- che va accompagnata alla costruzione, dove è possibile, di esperienze di centrosinistra nelle realtà locali utili a dare una speranza al Paese": in Liguria Cofferati "è una garanzia di impegno per l'ambiente e contro il trasformismo" e "una figura morale di grande rigore".

 

Andrea Ranieri, giornalista e scrittore, membro della Direzione nazionale del Pd, si è soffermato su come il libro di Pagano "demistifichi la narrazione dominante", e ha condiviso le sue critiche al Governo Renzi su lavoro, ambiente, democrazia. "Un partito di sinistra non può convocare una Direzione e non parlare nemmeno dei lavoratori in sciopero", ha sostenuto, mentre "la questione morale è questione politica, gli scandali derivano dal fatto che i partiti sono sempre più liquidi, e la politica sempre più un investimento sulla propria carriera personale". Sul nuovo soggetto politico Ranieri ha detto: "può darsi, intanto si crei un progetto nuovo dialogando tra forze diverse, come si sta facendo in Liguria". Pieno appoggio, infine, a Cofferati, per "costruire nella nostra regione un nuovo modello di sviluppo e sconfiggere un sistema di potere asfissiante".

Sergio Cofferati, europarlamentare del Pd e candidato alle primarie per la presidenza della Regione, ha definito "Non come tutti", "un libro di grandissimo interesse, di straordinaria preveggenza su questione morale, rapporto cittadini-istituzioni, ambiente, lavoro: già nei testi del 2007-2008 Pagano individuava i segni della gravissima intensità delle crisi che sarebbero sopravvenute". Oggi, ha aggiunto Cofferati, "c'è il rischio del disamore sempre più grande verso la politica e la democrazia", che va combattuto "ritornando alla dialettica chiara tra destra e sinistra". In questi anni, invece, "in Liguria non c'è mai stata opposizione", perché "destra e sinistra si sono riconosciute in un comune quadro di valori e di programmi". Sulla sua candidatura Cofferati ha detto: "ho ricevuto molte sollecitazioni, perché la Liguria vive una crisi seria, una storia della nostra regione è arrivata a compimento e bisogna avere il coraggio del cambiamento, non solo sull'ambiente ma su tutte le politiche e sul modo di esercitare il potere". Infine un passaggio sulla coalizione: "dev'essere di centrosinistra, non farò mai alleanze con il Ncd e i transfughi della destra".

Infine Giorgio Pagano: "ho scelto in questi anni l'impegno culturale e sociale dal basso, ma oggi sento un assillo: a fianco dei sindacati e dei movimenti c'è bisogno di una forza politica di sinistra popolare che ancora non c'è". Il problema della rappresentanza politica "è urgente, è un problema della nostra democrazia, perché masse così grandi non possono rimanere a lungo senza qualcuno che le rappresenti anche politicamente". In Liguria, ha concluso il presidente di Mediterraneo, "serve l'unità tra tutte le forze di sinistra su un programma di forte cambiamento, e Cofferati è il federatore che ci voleva". L'ex segretario della Cgil "è la persona giusta sia perché vuole superare il modello di sviluppo basato sulla santa alleanza tra mattone, finanza e politica", sia perché "è estraneo al sistema, e non è un politico da grovigli consociativi, da pacifiche convivenze trasversali e da alleanze spregiudicate".

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