Dall'altra parte dello schieramento politico, Vladimir Luxuria, ex parlamentare di Rifondazione Comunista, è stato ricevuto nei giorni scorsi ad Arcore dalla coppia Berlusconi-Pascale come segnale di apertura, anzi di stimolo, all'approvazione di una legge sulle nozze gay.
Le trascrizioni in Comune non sono conformi alle leggi italiane, per le quali l'anagrafe è di competenza nazionale. E l'alterazione documentale dello stato di una persona è regolarmente punita in modo molto più grave dei delitti di falso. Lo ha ricordato il ministro dell'interno Alfano con una circolare, che è stata incredibilmente respinta dai sindaci dei suddetti Comuni.
Ha scritto al riguardo sulla Stampa Gustavo Zagrebelsky, ex presidente della Corte costituzionale: «Qualunque opinione si possa avere sui matrimoni omosessuali e la regolamentazione alternativa che tali unioni richiedono alla luce della Costituzione, il ribellismo nientemeno che di sindaci, ufficiali di stato civile, è frutto e sintomo, oltre che causa, di un disfacimento delle istituzioni fondamentali della Repubblica, che non dovrebbe essere apprezzato nemmeno da coloro che, nel merito, condividano il segno politico che le illegali registrazioni esprimono».
I registri non rispondono a un bisogno diffuso. A Milano, per esempio, il sindaco Pisapia si è ribellato alla legge e al ministero per soddisfare dodici coppie. Al contrario, è sempre più difficile creare nuove famiglie e tirare su i figli.
Al di là del problema di legalità, è molto pericoloso l'attacco alla famiglia. L'equiparazione di fatto delle unioni gay al matrimonio (compresa l'adozione, di cui la "step-child adoption" – l'adozione del figlio del partner – il passo propedeutico) crea una grave confusione. Un conto sono le relazioni affettive, che sono di vario tipo e tipicamente non normate dallo Stato, un altro il rapporto stabile tra un uomo e una donna, che, attraverso la generazione naturale e l'educazione dei figli - futuri cittadini -, garantiscono allo Stato il suo futuro. Tale relazione – la famiglia - è riconosciuta come "nucleo naturale e fondamentale della società" dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (1948, dopo le due Guerre Mondiali). Da parte sua, la Costituzione italiana impegna la Repubblica ad agevolare "con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose" (art. 31).
Ormai è chiaro che per non pochi politici la Costituzione italiana è la più bella del mondo solo quando coincide con la loro ideologia. Ma la stragrande maggioranza degli italiani sa benissimo quali sono i problemi che deve affrontare quotidianamente e a cui chi dovrebbe amministrare la cosa pubblica non sa dare risposta.
