A pochi giorni dalla visita nel carcere di Savona del vice presidente della Regione Liguria e assessore alla salute e alla sicurezza urbana, Claudio Montaldo, che si è conclusa con l'appello al Ministro della Giustizia Orlando di realizzare una nuova struttura in provincia di Savona, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE ha incontrato a Roma l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con il quale ha affrontato l'argomento.
"Abbiamo incontrato Berlusconi per la nota vicenda che riguarda l'assurda ipotesi di bloccare il tetto stipendiale degli appartenenti alle Forze di Polizia", spiega Donato Capece, segretario generale del SAPPE. "A margine dell'incontro, ho rappresentato al presidente Berlusconi le criticità che permangono nel sistema carcerario. E, in questo contesto, ho messo in evidenza le costanti e quotidiane problematiche della Liguria, gestite sempre con grande professionalità ed umanità dalle donne e dagli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria, e l'annosa questione del nuovo carcere da realizzare senza ulteriori indugi nella provincia di Savona. Che senso ha continuare a spendere soldi per una realtà come quella del S. Agostino con le sue oggettive difficoltà strutturali se non ostinarsi a tenere in piedi una realtà precaria ed indegna per chi sconta una pena ma anche e soprattutto per chi vi lavora, come i poliziotti penitenziari?".
Capece ha fatto cenno "alla disponibilità di aree della Valbormida, segnatamente del Comune di Cengio, da mettere a disposizione per erigere una nuova struttura detentiva. Disponibilità che però si scontra con una reale mancanza di volontà politica a costruire un nuovo carcere nella provincia di Savona. Mi auguro che le costanti sollecitazioni politiche sul tema che favoriamo possano sbloccare la situazione."
Ma a Berlusconi il SAPPE ha contestato anche l'ipotesi di riorganizzazione territoriale del Ministro della Giustizia ipotizzata dal Guardasigilli Orlando: "Non è pensabile chiudere strutture importanti di raccordo tra carcere, istituzioni e territorio come il Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria di Genova" conclude Capece "a meno che non si voglia paralizzare il sistema e avere del carcere l'esclusiva concezione custodiale che lo ha caratterizzato fino ad oggi."