fbpx

Accedi al tuo account

Nome utente*
Password *
Ricordami

Bellegoni (Fiom): "Quale futuro per Oto Melara?" In evidenza

Matteo Bellegoni, segretario provinciale FIOM CGIL, interviene su Oto Melara: "Quale futuro per Oto Melara? Chi si pone questa domanda, sta realmente ragionando del futuro occupazionale e industriale di Oto Melara, compreso l'indotto territoriale, o in realtà, senza dirlo esplicitamente, si sta chiedendo quale sarà il futuro del "sistema di potere" che ha governato le dinamiche dell'Azienda fuori e dentro le mura della fabbrica?

In un momento in cui, aldilà delle azioni concrete, ancora non vi è stata alcuna discussione ufficiale con Finmeccanica e la sua proprietà, per la cronaca il Governo, il rischio che alcune posizioni non siano chiare, che ci si esponga con ambiguità sul tema o che, ed è il rischio più grave, si finisca per fare il tifo contro o a favore di Moretti, è molto elevato e molto pericoloso. Rimaniamo pertanto ai fatti e ai problemi reali. Mauro Moretti, nuovo AD di Finmeccamica, come primo atto, prima ancora di ragionare sul futuro industriale del gruppo e delle singole aziende, ha agito immediatamente per smantellare il vecchio "sistema di potere". Pertanto, voler limitare il giudizio su tale azione, calandolo esclusivamente su Oto Melara e il nostro territorio, rischia non solo di farci esprimere in maniera sbagliata, ma di compiere una battaglia anacronistica e sbagliata, perché quel sistema, oltre ad aver prodotto per anni corruzione, privilegi, sprechi e ruberie di ogni tipo, stava portando il più grande gruppo industriale italiano al fallimento. Proprio grazie a quel "sistema" che ha sperperato soldi per anni, oggi Finmeccanica non ha più risorse finanziarie per intervenire sulle gravi problematiche delle singole aziende del gruppo; pertanto, la tanto vituperata scelta di accentramento, prima ancora che una scelta di politica industriale, da approvare o respingere, è stata purtroppo una necessità. Molti, pur magari condividendo quanto detto fin qui, potrebbero però pensare che Oto Melara, con un bilancio sano, con carichi di lavoro quasi certi e con un forte e qualificato indotto territoriale, sta pagando e pagherà problemi e bisogni di altre aziende del gruppo. La realtà è un po' differente. Oto Melara è un'azienda che non fa un rinnovo profondo del proprio pacchetto di prodotti da 20 anni, non ha avuto e non ha sufficienti risorse economiche per investire in ricerca e sviluppo, ha disperso, attraverso la cessione all'indotto, molte professionalità che ne hanno garantito negli anni l'eccellenza e ha visto una riduzione progressiva di personale negli anni, soprattutto in ambito operaio e pertanto di maestranze qualificate. In ultimo, problema più grave, Oto Melara è ormai una realtà troppo piccola per competere sul mercato globale, ma non ha la forza e le risorse economiche per garantirsi parternship industriali internazionali per sopperire, rischiando di divenire una realtà troppo piccola nel "Mondo", con la conseguenza di esaurirsi o di essere inglobata da gruppi industriali stranieri più forti, destino già occorso a MBDA che oggi, per l'appunto, rischia di non avere più un futuro, procurando una perdita enorme per il territorio. Alla luce di queste problematiche, siamo certi che l'iniziativa di accentramento sia ininfluente e addirittura negativa per Oto Melara? Prima di esprimere un giudizio sono necessarie alcune valutazioni: l'accentramento garantisce di razionalizzare ricerca e sviluppo per avere più risorse e sopperisce all'impossibilità per molte aziende del gruppo, compresa Oto Melara, di creare in autonomia parternship industriali internazionali; di contro, rischia di limitare fortemente l'autonomia aziendale in ambiti dove ha rappresentato un valore aggiunto, come ad esempio nel ruolo commerciale. Da che parte stiamo? Con quelli che si stanno organizzando per difendere, come coraggiosi Braveheart, "il fortino" del nostro territorio, o con quelli che nel rinnovamento di Finmeccanica vogliono lottare per garantire un futuro industriale a Oto Melara, Selex, MBDA, indotto, non solo per salvaguardare i posti di lavoro, ma un asset industriale strategico della nostra provincia? La FIOM – CGIL non fa il tifo "per" o "contro" Moretti, non si erge a "conservatore" o "rottamatore" di alcun "sistema di potere": noi crediamo semplicemente che vada accettata la sfida e se il nostro territorio saprà muoversi unito, saremo in grado di elaborare un progetto che preveda la difesa, lo sviluppo e il rilancio dell'industria della difesa nel nostro territorio, da presentare a chi deciderà davvero le sue sorti, non la dirigenza Finmeccanica, a oggi esercitata da Mauro Moretti, ma la proprietà aziendale, il Governo, ruolo a oggi ricoperto da Matteo Renzi."

 

È GRATIS! Compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna stampa.

Gazzetta della Spezia & Provincia non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio con una piccola donazione. GRAZIE

Vota questo articolo
(0 Voti)
CGIL

Via Bologna, 9

Tel.: +39 0187547111
Fax: +39 0187516799

www.cgillaspezia.it/

Lascia un commento

Assicurati di aver digitato tutte le informazioni richieste, evidenziate da un asterisco (*). Non è consentito codice HTML.

Studio Legale Dallara

Informiamo che in questo sito sono utilizzati "cookies di sessione" necessari per ottimizzare la navigazione, ma anche "cookies di analisi" per elaborare statistiche e "cookies di terze parti".
Puoi avere maggiori dettagli e bloccare l’uso di tutti o solo di alcuni cookies, visionando l'informativa estesa.
Se invece prosegui con la navigazione sul presente sito, è implicito che esprimi il consenso all’uso dei suddetti cookies.